con il progetto intitolato “Portami il futuro” per evidenziare il percorso di un territorio che dalle macerie del terremoto del 1968 è rinato grazie all’arte e alla cultura. Apprezzamento al sindaco Salvatore Sutera per l’importante risultato raggiunto dalla città di Gibellina con la sua candidatura a Capitale italiana dell’arte contemporanea 2026 è stato espresso dal Presidente della Regione Renato Schifani che ha rimarcato come si tratti di un’opportunità straordinaria per valorizzare la cultura e l’arte contemporanea della regione, proiettando il territorio siciliano in un contesto nazionale e internazionale . La Regione Siciliana, ha dichiarato Schifani, è al fianco di Gibellina in questa competizione e rinnova il proprio impegno a supportare ogni iniziativa volta a promuovere il patrimonio artistico e culturale del nostro territorio.
Il progetto per Gibellina Capitale Italiana dell’arte 2026 verrà presentato il 25 ottobre prossimo nel corso di un’audizione davanti alla commissione esaminatrice al ministero della Cultura.
“Portami il futuro” mira a consolidare Gibellina come un laboratorio a cielo aperto di sperimentazione artistica.
Oggi pomeriggio, intanto, riapre Il Museo delle Trame mediterranee della Fondazione Orestiadi di Gibellina, con un nuovo allestimento e interventi che hanno reso il sito accessibile a tutti e inclusivo, realizzati grazie ad un investimento europeo legale al Pnrr.
Il Museo delle Trame mostra le relazioni tra modi differenti di intendere l’arte a partire dall’abbattimento delle gerarchie tra arti maggiori, pittura, scultura e architettura e arti minori, ceramica, miniatura, tessuti, mosaico, intarsio. Considerando la produzione artistica dell’uomo senza distinzione tra arti maggiori e minori, senza nord e sud.
Esplora la matrice comune delle culture del Mediterraneo nelle decorazioni - geometrie, scritture ed arabeschi - e nelle trasformazioni graduali degli stessi motivi, in diversi luoghi ed epoche. Gli oggetti sono collocati secondo il principio delle sequenze formali: segni e forme diventano la trama del percorso espositivo fuori dal concetto di spazio e tempo, in cui ogni oggetto si lega con un altro secondo gradi di affinità che derivano dalla decorazione, dalla tecnica, dai materiali. Manufatti di uso quotidiano convivono lungo tutto il percorso con opere d’arte contemporanea. Un invito a rompere i pregiudizi su creatività e arti applicate, conducendoci verso una nuova riflessione sul concetto di arte.