nato a Sciacca nel 1443 e per lo più attivo oltre che in Sicilia e a Napoli, nella penisola iberica. Artista figlio di Sciacca, di cui poco si sa e a cui è attribuita alla sua pittura e alla sua bottega, l’opera del Cristo Risorto dipinto su croce lignea custodita nella Chiesa del Carmine.
Un viaggio nel tempo e nella nobiltà del fine 600 con i baroni Quartararo e la loro dimora, Palazzo Quartararo, ieri visita per il folto gruppo di partecipanti accompagnati dall’esperto e storico dell’arte per un giorno, il restauratore Maurizio Catalano, a cui si devono diversi lavori a Sciacca, tra i quali in ultimo il prospetto frontale del Palazzo San Giacomo Tagliavia e il restauro della croce lignea custodita nella Chiesa di San Nicolò La Latina per citarne alcune….
Ma ieri è stata anche una domenica di turismo delle radici, di scoperta di vicoli e cortili di quartiere, un tuffo nel passato tra gli usi e le consuetudini di un “vissuto” purtroppo non più reale, quello di vicoli e cortili, di quartieri come quello di Santa Caterina. Con il medico Nino Sandullo, autore del libro “Dai vicoli al Viale” i partecipanti a Le Vie dei tesori, hanno ripercorso momenti di vita quotidiana, di donne e uomini, bambini e i loro giochi di strada di botteghe, di forni e di taverne, di malocchi e di cure che le anziane signore del posto prestavano come fossero medici di adesso….
Ma è stato anche un momento di esperienza sensoriale e degustativa, un immersione tra le mandorle e il cioccolato, la cannella e la crema latte, tra il sapore e l’odore delle uova che diventano crepe a forma di cannolo….. Stiamo parlando della pasticceria di Sciacca al tempo del ‘600, le Ova Murina preparate da Alberta Falco, nel cortile di Palazzo Quartararo, secondo un’antica ricetta datale da un’anziana signora che abitava propria nel quartiere di San Michele, lo stesso quartiere dove il dolce identitario di Sciacca, insieme alla cucchitella, nacque per mano delle suore del Monastero della Badia Grande. L’Ova Murina, il sostituto del cannolo in estate dove scarseggiava la ricotta, proposto ai nobili del tempo e con il ricavato della vendita poter sostenere le spese del convento di clausura.
Dunque una domenica di passeggiata e di storia, di arte non solo pittorica ma anche dolciaria, un momento dove alcuni partecipanti hanno potuto rivivere la propria gioventù perché nati proprio nel quartiere e poi come Sandullo spostatisi altrove, dove le signore hanno imparato a fare le Ova Murina, e i bambini hanno scoperto un nuovo dolce di Sciacca da mangiare.
L’occasione è servita anche per promuovere la città di Sciacca. Alcuni buyers stranieri, accompagnati dalla CNA con il suo presidente di sede Salvatore D’Amico e provinciale Alessandro Spoto, e dal museo del 5 sensi, hanno potuto vivere questa esperienza diretta delle Ova Murina, gustando e apprezzando il prodotto da far conoscere nei loro paesi di provenienza.