Si continua a spalare fango e si andrà avanti così almeno per un paio di giorni dopo che il fiume Salso è esondato in più punti. La foce, nel momento della piena, è arrivata a circa 8 metri d'altezza. Tra le maggiori criticità, quella del mercato ortofrutticolo di via Giarretta completamente allagato e dove ieri sono entrati in azione due mezzi meccanici e quattro idrovore per aspirare acqua e fango. Oltre agli uomini della Protezione civile, ai dipendenti comunali e a tanti volontari, anche i proprietari dei magazzini del mercato hanno collaborato alle operazioni, insieme al sindaco della città, Angelo Balsamo. Il fiume Salso ha sommerso ogni cosa. Le aziende agricole sono state completamente distrutte. Non hanno perso soltanto il prodotto ma anche le serre, i tunnel e tutti gli impianti. La Piana di Licata, solitamente fertilissima, è diventata un lago, con le colture e le serre completamente ricoperte di acqua. Ma Protezione civile, operai, volontari e cittadini, avvalendosi dei mezzi di spurgo, hanno lavorato anche in tante altre zone della città. Ci vorranno alcuni giorni prima di poter tornare alla normalità. Nelle concitate ore in cui sulla città si è abbattuta la bomba d'acqua, è dovuto intervenire anche un elicottero per mettere in salvo un uomo che era rimasto intrappolato sul tetto di casa e una famiglia rimasta intrappolata in auto. La situazione è drammatica e bisogna intervenire con urgenza perché il danno è di svariati milioni di euro, ha dichiarato il sindaco Balsamo che ha già chiesto, nelle more di una quantificazione esatta dei danni, il riconoscimento dello stato di calamità naturale. Iniziativa assuntà già dal deputato regionale nonchè ex sindaco di Licata Angelo Cambiano. In questo momento di grande difficoltà, scrive Cambiano, desidero esprimere la mia vicinanza alle comunità siciliane duramente colpite dal violento nubifragio dei giorni scorsi, con particolare riferimento alla popolazione di Licata, che affronta le conseguenze della devastante esondazione del fiume Salso. Le immagini delle strade sommerse dall’acqua sono strazianti e testimoniano una realtà angustiante per l’intera comunità ma, sebbene il disagio urbano sia evidente, la situazione risulta ancora più drammatica nei campi dove intere coltivazioni sono state distrutte, aggravando ulteriormente una stagione agricola già pesantemente segnata dalla crisi idrica. È innegabile, prosegue Cambiano, come l’inerzia del governo regionale nella pianificazione di interventi di messa in sicurezza del territorio abbia, negli anni, contribuito a determinare i gravi danni causati da fenomeni atmosferici estremi, come quello dello scorso fine settimana, che da tempo si susseguono con cadenza annuale e non possono certo dirsi inaspettati o imprevedibili. È emblematico il caso di Licata, dove dal 2016 la maggior parte dei fondi stanziati dopo la devastante alluvione di quell’anno non sono stati ancora utilizzati. È giunto il momento che la politica prenda atto della necessità immediata di avviare progetti di riqualificazione ambientale e idrogeologica, per prevenire il ripetersi di eventi simili. Alla luce di quanto accaduto, prosegue nella nota il parlamentare regionale, chiedo ufficialmente che venga dichiarato lo stato di calamità naturale per Licata e per tutte le aree siciliane colpite da questi eventi calamitosi, è fondamentale attivare immediatamente le risorse necessarie e fornire aiuti concreti agli agricoltori e ai cittadini fortemente danneggiati, e sono certo che ci sarà un impegno politico trasversale nella prossima manovra di assestamento di bilancio, per dare un segnale concreto di presenza tangibile delle istituzioni e del Governo regionale.