È quanto ha riferito stasera l'ingegnere Accursio Pippo Oliveri, incaricato dall'Istituto di effettuare la verifica tecnica sul progetto riguardante la demolizione e ricostruzione delle case popolari di Largo dei Martiri di via Fani. È questa la notizia di oggi, che giunge proprio alla vigilia della ennesima manifestazione di protesta dalle sessanta famiglie che da 6 anni hanno dovuto lasciare i loro alloggi, a suo tempo dichiarati pericolanti dopo la scoperta che erano stati costruiti con cemento depotenziato. Protesta, quella degli ex residenti, che potrebbe culminare con il rogo delle schede elettorali. Questo, almeno, il loro annuncio. Il completamento delle verifiche tecniche da parte dell'ingegnere Oliveri potrebbe essere la svolta tanto attesa per il via ai lavori. Ma, stando a quanto si apprende, non è così. Dopo la riforma annunciata dal presidente della Regione Musumeci, che nelle settimane scorse ha parlato di imminente soppressione degli Iacp siciliani, l'Istituto agrigentino non dispone più dell'ufficio contratti. Questo rischia di complicare l'affidamento formale dei lavori di demolizione e ricostruzione degli alloggi. Opere per le quali un'impresa edile di Catania si era già aggiudicata i lavori. Vicenda che la dice lunga sulla deriva della burocrazia. Probabilmente sarà necessario nominare un commissario ad acta per adempiere a questa necessità. E questo rischia di richiedere altro tempo.