annunciate e poi annullate prima dal governo Musumeci e da due anni dalla giunta guidata da Schifani. L’ultimo appuntamento con le provinciali era stato fissato poche settimane fa per elezioni di secondo grado, con presidente e consiglieri eletti dalla classe politica, da svolgere nella giornata di domenica 15 dicembre. Decreto firmato il primo ottobre scorso dal Presidente. E, invece, nulla da fare. Proprio ieri la maggioranza che sostiene il governo regionale è riuscita a votare un emendamento alla riforma Urbanistica che rinvia nuovamente le elezioni, ad una domenica compresa tra il 6 e il 27 aprile, prorogando di fatto gli incarichi agli attuali commissari dei Liberi Consorzi. Decisione contestata dall’opposizione. Il capogruppo del Partito Democratico Michele Catanzaro l’ha definita “l’ennesima presa in giro per i cittadini e le istituzioni; con le elezioni nelle ex Province che sono diventate ormai la tela di Penelope del centrodestra: di giorno le indicono, di notte le rinviano”. Il capogruppo del Movimento 5 Stelle Antonio De Luca è stata l’ennesima farsa andata in scena all’Assemblea Regionale Siciliana e l’ulteriore prova delle spaccature all’interno della maggioranza. Si ricomincia, dunque, con il tentativo di elezione diretta. Il disegno di legge del centrodestra disciplina la composizione degli organi di vertice dei Liberi Consorzi reintroducendo l'elezione diretta del presidente e dei consiglieri provinciali . Testo che ieri è stato esaminato ed esitato dalla commissione Affari Istituzionali e che ora passa alla commissione bilancio dell’Ars per analogo pronunciamento prima della discussione e approvazione in aula. Riusciranno a centrare l’obiettivo? Si vedrà, del resto c’è sempre tempo per un ulteriore rinvio, sarebbe solo l’ultimo di una lunga serie. Correva l’anno 2013 quando l’allora governatore Crocetta annunciò con tanta enfasi la soppressione delle province in Sicilia, in larga parte rimasta sulla carta. E’ stata azzerata soltanto la classe politica, presidente, giunta e consiglieri provinciali. Le competenze delle province sono rimaste, con i Liberi Consorzi costretti in questi 11 anni a dover fare i conti con le richieste dei territori a fronte dei minori trasferimenti e con una gestione commissariale che si trascina da una proroga all’altra.