per sostituire il consiglio comunale di Sciacca Giovanni Cocco ha firmato stamattina l'atto di approvazione formale del Consuntivo 2023, quello che Sala Falcone - Borsellino aveva bocciato nelle settimane scorse rinunciando, successivamente, a riesaminarlo. Adesso l'attenzione si sposta sul bilancio consolidato, che si trova tuttora all'esame della commissione Bilancio presieduta da Filippo Bellanca. Intanto il comune ha sbloccato le graduatorie degli ultimi concorsi. Passaggio che permette anche ad altri enti locali di potere attingere per fare nuove assunzioni. Il comune di Sciacca potrà reclutare cinque nuovi assunti, 3 di categoria C e due di categoria D.
Stasera intanto nuova seduta consiliare. L'ordine del giorno prevede la relazione annuale del sindaco Fabio Termine. È chiaro che ne scaturirà un dibattito politico ben poco incentrato sul periodo amministrativo 2022-2023, piuttosto con i riflettori accesi sulla stretta attualità. Ed è un'attualità piuttosto intensa. Le recenti dichiarazioni del deputato regionale Michele Catanzaro hanno aperto di fatto quella che, ai tempi della prima repubblica, si sarebbe definita "crisi". La contrapposizione tra il Partito Democratico e Mizzica vede le parti ai ferri corti, con i protagonisti costretti a fare buon viso a cattivo gioco. Questione che sta rilanciando anche i temi di quella diffidenza che Fabio Termine aveva nei confronti dei Dem e che, pochi mesi prima dell'accordo, lo avevano indotto ad escludere ogni ipotesi di collaborazione politica futura, salvo poi fare un passo indietro quando si rese conto che sarebbe stata quella l'unica possibilità di essere competitivi e di battere (come avvenne) Ignazio Messina. Un'intesa che in molti, tra i più vicini a Fabio Termine, accettarono a denti stretti. Tra costoro anche Giuseppe Catanzaro, che subentrando a Salvino Patti in consiglio comunale preferì andarsene, e oggi è un esponente della Democrazia cristiana. L'imminente adesione di Gabriele Modica al Partito Democratico è uno smacco evidente nei confronti del sindaco. Il quale, dal canto suo, sembra avere affidato ai videomessaggi social le sue contromosse nel rapporto con gli alleati Dem.
Nel centrodestra infatti considerano questi videomessaggi del primo cittadino, al di là del loro contenuto, una specie di simbolo di un suo ritorno di Fabio Termine in campagna elettorale. Insomma: nei suoi videomessaggi più che all'opposizione Fabio Termine sembra rivolgersi al Partito Democratico. Quasi un modo per dire di essere già pronto, se questo tentativo di logoramento politico dovesse continuare, anche a tornare alle urne. E in quel caso ogni esito diventerebbe imprevedibile per tutti. Per la verità i retroscena riferiscono che Fabio Termine non attribuisce al suo ritorno sui social network alcun obiettivo secondario. Ma è indubbio che siamo di fronte ad un nuovo scenario che, se dovesse proseguire con questo andazzo, potrebbe anche indurre l'opposizione di centrodestra a riprendere in considerazione la bozza di mozione di sfiducia depositata da Maurizio Blò e Raimondo Brucculeri sulla quale, al momento, era stato assunto un atteggiamento un po' più attendista, senza fretta.
Nel frattempo però anche il Pd ha qualche problema da risolvere. Più di uno, per la verità. Il primo riguarda la sostituzione di Antonino Certa in giunta. Certa che, ormai sembra evidente, si accinge a lasciare la carica di assessore comunale alla Polizia municipale e al Patrimonio. La deadline di domani naturalmente è solo simbolica ormai. Vincitore di concorso nella pubblica amministrazione, da mesi si attendeva la possibilità di un suo trasferimento in Sicilia. Che, dunque, non ci sarà. Certa però per diventare assessore si è dimesso da consigliere comunale, sulla scia di un metodo di lavoro sul quale il Pd non intende indietreggiare. Vicenda che ha come simbolo mai accettato dal Pd l'entrata in giunta di Fabio Leonte. Sostituire Certa non sarà facile, perché sulla base dello scorrimento della lista, il diritto di prelazione spetta rispettivamente a Giuseppe Ruffo e a Giuseppe La Bella. Nessuno dei due sembra intenzionato, per ragioni diverse, a lasciare lo scranno consiliare. Potrebbe tornare sotto i riflettori il primo dei non eletti della Lista Ferdinandea, nella fattispecie l'ex assessore Michele Bacchi. Anche perché Giuseppe Ambrogio è comunque intenzionato a correre per quelle Provinciali che attende come se fossero una specie di Santo Graal.
Ma di sostituzione in giunta dovrebbe essercene un'altra. Anche Alessandro Curreri, eletto nella lista Fabio Termine Sindaco (in quota Movimento 5 Stelle) lavora fuori dalla Sicilia. Ma a quanto pare avrebbe deciso di mettersi in aspettativa per potere esercitare il suo ruolo politico di amministratore pubblico. In questo caso a fargli posto dovrebbe essere Salvatore Mannino. Ma Curreri non intende dimettersi da consigliere, e il precedente di Leonte lo incoraggia. Questione che, per il Pd, sembra una specie di dogma. Ma si sa benissimo che in politica nulla è eterno, nemmeno i dogmi. E questo anche se Valeria Gulotta e Salvino Patti si dimisero da consiglieri comunali per potere diventare assessori. Il dibattito consiliare di stasera si annuncia interessante, e più che la relazione annuale cresce la curiosità sulla replica del sindaco alle sollecitazioni che proverranno dall'opposizione e che, assai probabilmente, vedranno i rappresentanti consiliari del Pd rimanere ancora una volta in un rumorosissimo silenzio. L'orario di inizio della seduta consiliare è fissato nelle ore 19 e i lavori saranno trasmessi in diretta televisita dalla nostra emittente.