con la crisi idrica più grave di sempre, la legge regionale 19/2015 sull'acqua pubblica resta ancora disattesa. Lo denuncia oggi Federconsumatori Sicilia da sempre schierata in favore dell'acqua pubblica partecipando al Forum siciliano dei movimenti per l’Acqua e i Beni Comuni.
L’associazione dei consumatori torna a porre la questione della tariffa unica di "sovrambito", quella di Siciliacque, per una porzione del servizio idrico integrato, in contrasto sia con l'assetto delle competenze stabilite a livello statale, sia con la legge 19 del 2015, che prevede 9 Ambiti Territoriali Ottimali (ATO), ognuno dei quali governato da una Assemblea Territoriale Idrica (ATI), a sua volta composta dai Sindaci dei Comuni ricompresi nell'ATO.
Per Federconsumatori, la legge 19, che è quella vigente in Sicilia parla chiaro: non esiste nessun "sovrambito", nessun Ente che possa decidere sulle tariffe dell'acqua e della fognatura, senza alcuna eccezione per il segmento relativo al grossista, perché tali tariffe si decidono nelle Assemblee.
A 13 anni dall'approvazione del referendum per l'acqua pubblica, e a 9 anni dall'approvazione definitiva della legge di iniziativa popolare e consiliare, aggiunge l’associazione dei consumatori, tocca ancora lottare affinché le tariffe dell'acqua siano decise a livello locale, dalle Assemblee Territoriali Idriche, e non dall'alto, dalla Regione, da una Commissione o da Siciliacque.
Federconsumatori Sicilia, che in passato ha già inviato segnalazioni all'Autorità Garante per il Mercato e la Concorrenza e all'ARERA per denunciare le storture del meccanismo del “sovrambito”, sostiene che continuerà a tenere alta l'attenzione su questo tema.
Intanto, i Movimenti per l’acqua delle province siciliane più “assetate”: Agrigento, Caltanissetta ed Enna si preparano ad effettuare il sit-in mercoledì a Palermo, davanti a palazzo D’Orleans, con contestuale richiesta di confronto con il presidente della Regione Schifani e l’assessore regionale Di Mauro a fronte delle criticità in relazione alla crisi idrica che va avanti ormai da mesi . Tra le richieste quella di garantire una equa distribuzione delle risorse nei comuni delle tre province, oltre all’attivazione di dissalatori mobili, in attesa che vengano ripristinati i vecchi impianti di Porto Empedocle, Gela e Trapani.