Lo ha fatto ieri durante l'incontro con una delegazione di associazioni e manifestanti che davanti palazzo d'Orleans hanno organizzato in mattinata una manifestazione di protesta di cittadini delle tre province più assessate della Sicilia: Agrigento, Caltanissetta ed Enna. “Come esecutivo regionale stiamo facendo tutto il possibile per adempiere ai nostri compiti, tuttavia i sindaci che fanno parte delle Ati devono impegnarsi in prima persona – ha detto l'assessore regionale all'energia, acqua e rifiuti Roberto Di Mauro – ognuno deve fare la propria parte, da chi governa i territori ci aspettiamo un coinvolgimento maggiore”. Stesso monito anche da parte del capo della Protezione civile regionale, Salvo Cocina: “Rinnovo l’appello ai sindaci che conoscono il territorio – ha detto – a loro chiedo di individuare ancora fonti alternative di approvvigionamento, nuovi pozzi e di programmare gli interventi più urgenti alle reti idriche. Come Regione siamo pronti a finanziare immediatamente i progetti che ci verranno sottoposti, così come fatto fino ad ora, con circa 80 riunioni della cabina di regia che è il massimo organo di coordinamento istituito dal presidente Schifani», ha concluso Cocina. Per Giuseppe Di Rosa, responsabile Codacons di Agrigento, presente anche lui all'incontro dopo la mobilitazione, dalle parole degli esponenti del governo è emersa, con ancora maggiore chiarezza, l’inadeguatezza dell’azione dei sindaci nel raccordarsi con la Regione. Proseguiremo le nostre iniziative di protesta e faremo sentire ancora più forte il nostro impegno, in favore dei cittadini utenti e consumatori di questa parte della Sicilia, commenta di Rosa, e vogliamo scoprire anche perchè ci sono comuni più colpiti di altri, quartieri più colpiti di altri. Per Daniele Gucciardo, di Legambiente, i temi ambientali, ma anche quelli relativi all’equità e alla legalità nelle gestioni del servizio idrico, devono rimanere centrali nel dibattito pubblico, e dopo il momento di grande attenzione che ci ha riservato ieri la politica regionale, ha aggiunto Gicciardo, continueremo a vigilare sulle modalità di gestione, di spesa dei fondi pubblici, sull’efficienza e sul raggiungimento degli obiettivi auspicati”. Fin qui i commenti e le conclusioni della mobilitazione di ieri a Palermo. Sempre a proposito di crisi idrica, Federcunsumatori Sicilia chiede al governo regionale un piano per tamponare l'emergenza e rimborsi in bolletta. Fino ad oggi, dichiara il presidente Alfio La Rosa, sono state messe in atto solo misure temporanee e a macchia di leopardo, seguendo una "non strategia" che gira tutto intorno ad una parola: privati. Privati sono i pozzi dai quali si attinge, in deroga, la poca acqua che resta, private sono le autobotti che portano quell'acqua ai cittadini che possono pagarla, o ai silos installati nelle piazze dei Comuni più sfortunati. Tutte misure slegate tra loro quando invece ci saremmo aspettati dalla Regione un piano a medio termine per risolvere i problemi strutturali della rete idrica siciliana, oltre ad un vero e proprio piano di emergenza per portare l'acqua ai cittadini subito. Nelle province più colpite dalla crisi idrica, prosegue Federconsumatori, nella maggior parte dei casi le situazioni peggiori si registrano nei comuni in cui si pagano le tariffe più alte per l'acqua e la fognatura. Federconsumatori Sicilia, per questo, chiede che la Regione trovi le risorse per erogare un rimborso almeno parziale delle bollette del Sistema Idrico Integrato pagate dagli utenti per un servizio che, ancora oggi, non è nemmeno lontanamente sufficiente.