che dovranno associarsi ai 90 milioni di soldi pubblici. È quanto prevede l'ultimo ok accordato dalla giunta regionale nelle scorse ore al progetto di ristrutturazione e riapertura delle Terme di Sciacca ed Acireale, a conferma che forse, davvero, sul futuro di queste importanti risorse stavolta a Palermo si sta facendo sul serio. Perché adesso non siamo più solo nella fase esclusiva degli investimenti pubblici. No, la selezione del privato avverrà responsabilizzandolo sin dal principio. In estrema sostanza: chi entrerà a far parte del progetto, dovrà metterci anche un po' di soldini.
Ma andiamo con ordine. Nel suo ultimo provvedimento la Regione stima un fabbisogno complessivo di 102 milioni di euro per riqualificare gli impianti di Sciacca, di altri 82 milioni per quelle di Acireale. Significa, per le Terme di Sciacca, che ai 60 milioni di euro del Fondo Sviluppo e Coesione 2021-2027, l'imprenditore che aderirà alla manifestazione d'interesse di milioni dovrà aggiungerne altri 42; mentre per le Terme di Acireale i capitali privati dovranno ammontare a 52 milioni di euro, che si aggiungeranno ai 30 milioni di fondi pubblici. È questa una strada che, probabilmente, si sarebbe dovuta percorrere almeno vent'anni fa, e oggi forse racconteremmo un'altra storia. Anche se va evidenziato che oggi ci sono norme che prima non c'erano.
La notizia odierna è che possono adesso essere avviate, dall'assessorato delle Attività produttive, le procedure di selezione di partner privati per la riqualificazione e il rilancio dei due complessi termali di Sciacca e Acireale. Il via libera è arrivato dalla giunta regionale con l'adozione del "Programma triennale delle esigenze pubbliche che possono essere soddisfatte attraverso forme di partenariato pubblico-privato", strumento previsto dal nuovo codice dei contratti pubblici e affidato, per la redazione e l'istruttoria, al dipartimento regionale Tecnico dell'assessorato delle Infrastrutture.
"Il rilancio del termalismo in Sicilia è dichiaratamente uno degli obiettivi del mio governo", ha ribadito per l'ennesima volta il presidente della Regione Renato Schifani. Per il quale "stabilire una collaborazione con gli operatori economici privati è una straordinaria occasione che la legge mette a disposizione della Regione e che intendiamo sfruttare per fare leva sul know-how degli imprenditori e ottenere, così, una migliore performance in termini di rispetto dei tempi e dei costi di investimento".
L'intervento in questione è denominato "Rilancio Terme di Sciacca e Acireale". Secondo il cronoprogramma previsto dal tavolo tecnico istituito in Regione, il prossimo passo sarà la pubblicazione degli avvisi esplorativi per la ricerca degli operatori economici a cui affidare la progettazione, la costruzione e la gestione dei complessi termali. "Il nostro obiettivo - conclude Schifani - è realizzare in Sicilia un'offerta termale di qualità, valorizzando le peculiarità dei territori. Un'iniziativa in grado anche di captare nuovi flussi turistici e contribuire alla destagionalizzazione del turismo in Sicilia".
Insomma: adesso è veramente possibile avere fiducia nella ripartenza. È stato da quando il presidente della Regione Schifani ha deciso di avocare a sé e al suo staff questa vertenza che si vede la luce in fondo al tunnel. È giusto dirlo, oltre che intellettualmente onesto. È verosimile immaginare che i sondaggi condotti da Cassa Depositi e Prestiti nei confronti di imprenditori del settore turistico-termale, interessati a far ripartire un progetto così fondamentale per il futuro e lo sviluppo economico di un territorio come quello di Sciacca, abbiano già fornito indicazioni specifiche. Al privato che investirà naturalmente dovrà essere accordata una concessione di una durata di anni utile a farlo rientrare dall'investimento e a permettergli di conseguire un legittimo utile d'impresa. L'ultima considerazione riguarda quella unità di visione politica e civica che questa città ha deciso di darsi nei confronti di una tematica come quella termale. È stata la strada maestra perché arrivassero risultati senza precedenti. Non è superfluo auspicare che sarebbe il caso di continuare a batterla, questa strada maestra, anche su altre vertenze del territorio.