rappresenta un chiaro segnale che qualcosa non funziona all’interno della maggioranza. Lo dichiarano i consiglieri di opposizione per i quali quello che formalmente è stato presentato dal sindaco come frutto di un accordo pacifico e di equilibrio politico, nasconde in realtà dinamiche che dimostrano l’instabilità della coalizione. Salvatore Mannino, evidenziano gli esponenti di Fratelli D’Italia, Forza Italia, Mpa, DC, Ventiventidue e Lista Messina, non si è dimesso dal ruolo di Assessore, è stato revocato con apposita determina, lasciando il suo incarico dopo essere stato candidato sindaco designato dal Partito Democratico nelle scorse elezioni. La sua candidatura era stata poi ritirata a favore di un accordo con il Movimento Mizzica, che lo ha portato a ricoprire il ruolo in Giunta. Dunque, per l’opposizione, emerge una contraddizione palese rispetto anche a quanto precedentemente dichiarato dal sindaco Fabio Termine , ossia che l’unico cambio in giunta sarebbe stato quello della sostituzione del dimissionario Antonio Certa.
Per l’opposizione, oggi ci si trova di fronte ad un quadro politico completamente stravolto. E’ evidente, sostengono che la revoca è legata al fatto che Salvatore Mannino non ha aderito a nessun gruppo consiliare da cui farsi rappresentare e, possibilmente, tutelare. In questo contesto, rilevano dall’opposizione anche il sindaco, con il recente passaggio del consigliere Modica al Partito Democratico, non ha un gruppo consiliare che lo rappresenti e nella stessa posizione sono gli assessori di Mizzica, per i quali però il metodo usato per la revoca di Mannino non vale.
Due metri e due misure, per i consiglieri di opposizione, a testimonianza di come i metodi contestati da Mizzica alla vecchia politica siano stati superati da una gestione personalistica ed autoreferenziale.
Opposizione che torna a parlare poi dell’egemonia del Partito Democratico e di un sindaco sempre più ingabbiato in una serie di scelte obbligate che stanno snaturano il progetto politico presentato agli elettori nel 2022. Questo scenario di fratture interne e compromessi destabilizzanti, concludono i consiglieri di Forza Italia, Democrazia Cristiana, Ventiventidue, Fratelli D’Italia, Lista Messina ed Mpa, non può che danneggiare la città.