se poi la Regione riduce il budget destinato alle prestazioni garantite dalle strutture diagnostiche private? La domanda non è retorica. Anzi, pone di fronte ad un problema concreto. Nei giorni scorsi i titolari di strutture come i centri radiologici hanno appreso che il fondo annuale a loro destinato per sostituirsi alla sanità pubblica era stato superato e che, dunque, la quota in dodicesimi riferita al mese di dicembre ammontava a zero. La conseguenza è che le prestazioni in convenzione già prenotate da mesi dai pazienti sono state annullate. Il centro radiologico saccense Tagliavia al nostro Telegiornale conferma che in effetti si stanno informando gli utenti della revoca dell'appuntamento fissato per questi giorni per Tac, risonanze magnetiche, esami angiologici e radiologici tradizionali. Ma, sempre il centro saccense, che ha una sede anche a Ribera per alcuni tipi di esami, fa sapere di avere deciso di assicurare ugualmente (e, evidentemente gratuitamente), le prestazioni ai soli pazienti oncologici. Una forma di rispetto per fragili e particolarmente vulnerabili che sicuramente merita di essere annotata con favore, perché sono esami che la Regione non rimborserà. Per gli altri esami invece si stanno depennando tutti gli impegni assunti. Una decisione quest'ultima inevitabile da parte delle strutture private, per la quale i titolari, che si dicono dispiaciuti, tengono a declinare ogni responsabilità: "Ci scusiamo con i nostri pazienti - scrive in un cartello affisso all'ingresso del centro il dottor Francesco Tagliavia -, ma è grazie all'inettitudine di chi ci amministra che saranno costretti, nostro malgrado, a pagare di tasca propria tutte le prestazioni".
Il problema è serio e drammatico, e al momento la prospettiva per il futuro deve giocoforza basarsi esclusivamente sugli impegni assunti nelle scorse ore dal presidente della Regione Renato Schifani all'interno della direttiva di indirizzo sulla programmazione strategica per il 2025, dove la Sanità formalmente occupa il primo posto delle priorità, a cui fanno seguito gestione del territorio e lotta alla siccità, potenziamento del sistema dei trasporti e pagamenti ai fornitori. Viene evidentemente rimandato al nuovo anno l'abbattimento delle liste d'attesa, in uno con l'annuncio che saranno potenziati i pronto soccorsi e gli screening oncologici. Eppure per questo periodo natalizio sono una sessantina gli oncologici per i quali il centro radiologico saccense si è caricato l'onere di garantire loro ugualmente una prestazione diagnostica.
Il tema della Sanità e dei suoi problemi purtroppo è destinato a rimanere sotto i riflettori ancora a lungo. Perché oltre ai dibattiti, agli annunci e alle polemiche politiche, poi c'è la vita delle persone. Che ogni giorno rischiano di sbattere contro il muro di gomma delle inefficienze. E sono persone anche quelle che operano nei centri diagnostici privati. Il servizio sanitario pubblico non riesce a fare fronte alle richieste. È dei giorni scorsi il caso del dipendente comunale Raimondo Moncada, paziente oncologico, che si era visto accordare una prenotazione per una colonscopia per il 2026. Il manager dell'Asp è stato minacciato di essere rimosso da Renato Schifani se non riuscirà a tagliare le liste d'attesa. Poi però si taglia il budget destinato ai privati. Qui non siamo più davanti al cane che si morde la coda. No, il cane adesso è crollato per le vertigini.