all'interno dell'ordine del giorno dei lavori consiliari in programma questa sera a Sciacca. La seduta inizierà alle 18 con la trattazione delle interrogazioni consiliari. È di stamattina quella firmata da Giuseppe Catanzaro e che invoca notizie dall'amministrazione in ordine all'istituzione della ZTL natalizia. In particolare, Catanzaro vuol sapere se sia stato previsto il bus navetta, se gli eventi di intrattenimento riguarderanno l'intero percorso coinvolto o solo pochi punti e se per la via Licata, nonché per l'ingresso di Porta Palermo, sia in previsione una chiusura al traffico e se, in caso di chiusura, sia prevista la costruzione di un programma particolareggiato di eventi che possa in qualche modo giustificare l'eventuale interdizione alle auto.
L'assenza giustificata dell'assessore Salvino Patti impone uno slittamento della trattazione dei punti di sua competenza, dal piano Aro al regolamento edilizio, passando per la vertenza dehors, tuttora irrisolta.
Non c'è alcun dubbio circa il fatto che si parlerà anche della situazione politica. A quasi una settimana dalla nomina del pentastellato Alessandro Curreri a nuovo assessore, al posto di Salvatore Mannino, rimane tuttora da risolvere la questione della sostituzione di Antonino Certa. Le deleghe di Patrimonio e Polizia municipale sono tuttora senza assessore. Il nome di Simone Di Paola è tuttora sul tappeto, ma si apprende anche che il segretario provinciale del Partito Democratico sarebbe sempre più indispettito per il fatto che il suo nome sia finito all'interno di quello che si sta rivelando una sorta di tritacarne mediatico, con una ridda di indiscrezioni che lo riguardano e delle quali si sarebbe anche stancato. Di Paola avrebbe garantito la disponibilità ad entrare in giunta solo per spirito di partito, non perché sia particolarmente entusiasta di questa idea. In ogni caso si tratta di una personalità di indubbio spessore, la cui presenza conferirebbe nuovamente linfa al progetto politico che nel 2022 vinse le elezioni amministrative.
Ma al momento le cose sono complicate. Sì, perché in ogni caso, la mancata nomina del sostituto di Certa è piuttosto rivelatrice del braccio di ferro in atto tra il Pd e il primo cittadino. Da settimane le parti in causa non riescono più ad incontrarsi né a parlarsi. Il tema centrale è la richiesta dei Dem di fare quello che Michele Catanzaro qualche settimana fa al nostro Telegiornale aveva definito "tagliando" per l'amministrazione. Tradotto in soldoni: un terzo assessore oltre a Valeria Gulotta (vicesindaca) e, eventualmente, Simone Di Paola. Non subito, il terzo assessore, ma anche tra qualche mese: è sufficiente solo un impegno del sindaco. Un impegno che tuttavia Fabio Termine evidentemente non intende assumere. Tanto più che l'ultimo periodo è stato molto tribolato, perché ha visto il gruppo capeggiato dal deputato regionale Michele Catanzaro indebolire oggettivamente il gruppo politico che fa capo a Fabio Termine.
L'adesione di Gabriele Modica al Pd è stato uno smacco per il sindaco, che in consiglio comunale è rappresentato solo dalla consigliera Daniela Campione. Termine evidentemente non intende ancora accettare alcun diktat, soprattutto quello sul licenziamento di uno tra Agnese Sinagra e Francesco Dimino per fare posto al terzo assessore Dem. Ecco perché tutto è ancora fermo. Ma i problemi da soli non si risolvono. E neanche questo potrà risolversi. La nomina di Fabio Leonte al posto di Francesco Sabella non è mai stata digerita dai Dem, e probabilmente a questo punto si può dire sia accaduto non solo e non tanto perché Leonte non si è dimesso da consigliere comunale. Ci sono altri retroscena, forse non di natura poltica ma di irrigidimenti personali. Fabio Termine sta provando a resistere, e non si capisce fino a quando questo sarà possibile, perché c'è una città da amministrare. Questione che solletica un'opposizione che, naturlamente, non può che approfittarne per evidenziare tutte le contraddizioni (politiche e non) di questa fase di stallo.