relativa alla decisione di Italia Turismo di puntare alla cessione dei terreni di Monterotondo, quelli acquisiti ad inizio degli anni Duemila (quando la società madre si chiamava ancora Sviluppo Italia, assumendo poi la denominazione di Invitalia). L'obiettivo era quello di realizzare un grande insediamento turistico alberghiero originariamente da oltre 90 mila metri cubi e mille posti letto. Più avanti il progetto sarebbe stato ridimensionato, inquadrandosi all'interno di un piano particolareggiato che, più recentemente, aveva visto il rinnovo delle licenze edificatorie, scadute al centro del periodo della pandemia. In tale direzione un'azione significativa fu svolta dall'ex sindaca Francesca Valenti. In realtà nelle sorse ore si è appreso soltanto della pubblicazione di un avviso relativo all'apertura da parte di Italia Turismo ad eventuali manifestazioni di interesse per l'acquisto dei terreni. Manifestazioni d'interesse da presentare eventualmente all'agenzia governativa per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa, società per azioni partecipata interamente dal ministero dell'Economia e delle Finanze.
In effetti l'avviso appare piuttosto aleatorio, perché il proprietario si riserva in ogni caso espressamente il diritto di interrompere in qualsiasi momento ogni eventuale trattativa che dovesse scaturirne. Da indiscrezioni si apprende infatti che questo avviso obbedirebbe solo ad una procedura formale, che sarebbe stata imposta dal ministero. Non è detto, dunque, che questo avviso corrisponda ad un orientamento da parte della società di sbarazzarsi del patrimonio immobiliare di Monterotondo.
Se ne saprà di più al più presto. Il finanziamento di Sviluppo Italia per acquistare i terreni di Monterotondo risale agli anni in cui sindaco di Sciacca era Mario Turturici. Si ipotizzò, all'epoca, che su quei terreni potesse nascere un nuovo resort, anche nell'ambito della pratica del golf. Sviluppo Italia aveva avuto già interlocuzioni interessanti, tra cui quelle con le catene alberghiere internazionali di Marriott e Sol Melià. Su quel progetto però sarebbe sorto un intoppo burocratico ma soprattutto giudiziario. Uno dei proprietari originari di quell'area fece causa a Sviluppo Italia, considerando sostanzialmente lesi i suoi diritti economici. La causa durò anni, e nel frattempo gli investitori ritirarono ogni possibile interesse. Poi le questioni urbanistiche e autorizzatorie. Adesso l'avviso per manifestazioni d'interesse da parte di Sviluppo Italia.
L'area in questione è anche di interesse culturale ed archeologico, ma è anche un paradiso terrestre, dove un investimento turistico alberghiero potrebbe esaltare le qualità paesaggistiche di un territorio, quello saccense, che con un altro grande insediamento di questo tipo valorizzerebbe ulteriormente un territorio su cui i riflettori della ricettività di qualità sono accesi da qualche anno.
L'auspicio è che l'attuale amministrazione comunale si interessasse di questa vicenda, e non certo solo perché un nuovo insediamento, ed alcune centinaia di posti letto, potrebbero incrementare anche l'introito annuale dell'imposta di soggiorno, ma per l'indubbio interesse che l'investimento a Monterotondo potrebbe generare in favore del lavoro e dell'intero tessuto economico cittadino. Se il progetto Terme sta arrivando verso un approdo significativo (cosa possibile grazie agli invesimenti dei privati, oltre che all'interesse indubbio mostrato dal presidente della Regione), un eventuale addio ad ogni ipotesi di sviluppo a Monterotondo sarebbe decisamente un peccato. Preferiamo non rassegnarci e attendere notizie più incoraggianti da Roma.