un bando di gara per l'affidamento del servizio di ritiro, ricezione, trattamento finalizzato al recupero o smaltimento di 1.500 tonnellate di rifiuti indifferenziati. Costo dell'appalto: 322 mila euro. Stando a quanto si apprende è un modo, da parte del comune, di provare a cautelarsi rispetto ad alcune recenti novità che provengono dagli impianti di riferimento, considerato che la stazione di trasferenza della ditta Traina di Cammarata, a cui la città di Sciacca afferisce, deve fare a sua volta i conti con la disponibilità della discarica privata dell'impresa Catanzaro di Siculiana. La quale recentemente ha deciso di dimezzare la quantità di rifiuti di cui può accettare il conferimento. La questione contingente è tecnica. Rimane sullo sfondo piuttosto il tema centrale del nuovo Piano Aro. L'incarico scaturito dalla ormai celebre "gara ponte" scade il prossimo 31 agosto. È, questo, un argomento che anche dal punto di vista politico sta registrando forti polemiche tra amministrazione ed opposizione, con quest'ultima che sostanzialmente accusa la giunta di non avere saputo gestire la fase della scadenza dell'appalto precedente. Sotto accusa la scelta di affidarsi inizialmente al Conai per un progetto gratuito salvo poi dovere ricorrere alla ditta che aveva redatto il piano Aro precedente, quello varato dall'amministrazione Di Paola, tanto per intenderci. L'amministrazione Termine su questo argomento si gioca molta della sua credibilità, sapendo ovviamente che l'opposizione l'attende al varco ed è pronta a denunciare il primo errore. "Attendiamo il necessario parere della SRR, dopodiché il nuovo Piano Aro sarà approvato in giunta", dice oggi al nostro Telegiornale l'assessore Salvino Patti. L'obiettivo dell'amministrazione è quello di pareggiare i costi. Per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti si sfiorano i 9 milioni e mezzo di euro. Trattandosi di un servizio a copertura integrale dal tributo, si dovrebbe immaginare una corrispondenza assoluta tra gettito della TARI e spesa di gestione. Ma qui ci si scontra con la dura realtà: sì perché ad oggi la tassa sulla spazzatura viene pagata solo dal 60% dei contribuenti. Non significa automaticamente che il restante 40% sia sconosciuto al fisco comunale, tutt'altro, semplicemente che non paga. Somme che, ancorché non incassate, finiscono in ogni caso nel fondo crediti di dubbia esigibilità. È chiaro, dunque, che il comune di Sciacca è chiamato, anche per una questione di giustizia sociale, ad aumentare la platea di contribuenti che fanno il loro dovere. Perché al momento chi paga sono i soliti noti. Questione annosa, che si scontra evidentemente anche con concezioni politiche opposte, una delle poche differenze tra destra e sinistra quando si tratta di amministrare una città.
Per quanto riguarda la sostenibilità del servizio rifiuti, si sa che nel nuono piano Aro l'amministrazione Termine intende puntare sulla raccolta monomateriale: non più un unico contenitore per vetro, carta, cartone e lattine ma singoli contenitori per ciascuno dei rifiuti da riciclare. E mentre si attende il via all'annunciato appalto da 33 milioni di euro per l'ampliamento della discarica di contrada Saraceno Salinella, diventa più difficile immaginare un intervento di ampliamento del centro di compostaggio di contada Santa Maria. Il motivo è presto detto: ormai stanno prendendo piede impianti di compostaggio molto più moderni, in grado di produrre gas metano, mentre quello in funzione a Sciacca è in grado di produrre esclusivamente fertilizzanti. La questione rifiuti rimane una delle più delicate per ogni amministrazione comunale, sia dal punto di vista economico che sotto il profilo squisitamente ambientale.