personalmente per cercare di capire il perché di certe morti in certi pronto soccorso, dove i malati stanno nei corridoi e non nelle stanze. Non è possibile. E' uno scandalo". Così ha parlato ieri sera il presidente della Regione Renato Schifani, poco dopo avere convocato per oggi stesso a Palazzo d’Orléans il direttore sanitario e il direttore amministrativo dell’azienda ospedaliera "Villa Sofia-Cervello" di Palermo, per avere chiarimenti sulla morte di un paziente che per 17 giorni ha atteso un intervento ortopedico e sulla cui vicenda la figlia ha presentato un esposto alla magistratura. Vicenda successiva di pochi giorni al decesso di una donna all'ospedale "Ingrassia" di Palermo che, stando alla denuncia della figlia, sarebbe stata abbandonata in una barella del pronto soccorso nove giorni. Sulla questione della sanità ospedaliera in Sicilia Schifani si è detto molto preccupato.
"Se qualcuno non è all'altezza di risolvere i problemi se ne torni a casa", ha evidenziato Schifani. "Non staremo fermi", ha poi aggiunto il governatore. Per il quale "la politica è entrata troppo sulle nomine, mentre sulle disfunzioni organizzative della sanità pubblica è stata distratta. Questi scandali - ha detto ancora Schifani - non dobbiamo soltanto denunciarli, ma dobbiamo risolverli. Anche questo - ha osservato Schifani - è un sistema che ho trovato, un sistema di governo dalla politica che spesso ha fatto anche scelte sbagliate e parlo non soltanto di centro destra ma anche di centro sinistra. Non ci vengano a dare lezioni di moralità politica certe persone che, con Crocetta, hanno portato la Sicilia in disavanzo di 8 miliardi e mezzo".
È sembrata una risposta, quest'ultima parte delle sue dichiarazioni, all'iniziativa del Pd siciliano di intraprendere un viaggio nella sanità siciliana, con deputati e deputate nazionali e regionali che visiteranno gli ospedali per verificare le condizioni di pazienti e operatori. "Le ultime drammatiche vicende registrate in particolare presso l’ospedale palermitano di Villa Sofia, testimoniano in maniera impietosa lo stato della sanità pubblica nella nostra regione - si legge in una nota del Pd - Operatori sanitari e pazienti sono abbandonati a loro stessi mentre Schifani rilascia comunicato stampa e organizza show inutili. Il Pd Sicilia da tempo denuncia la mancanza di adeguati investimenti, sia in ambito nazionale che regionale, la mancanza di personale, di posti letto, di una sanità territoriale che possa evitare l’ingolfamento delle strutture sanitarie. Continuiamo a farlo e per questa ragione avviamo un viaggio nella sanità regionale partendo proprio dalla trincea dei pronto soccorso dell’isola dove giorno 9 e 10 le nostre e i nostri parlamentari nazionali e regionali si recheranno per raccogliere le richieste e le denunce dei pazienti e del personale sanitario: “La sanità pubblica è – dice il segretario regionale, Anthony Barbagallo - per noi un bene comune e primario, è arrivato il momento che anche la destra se ne renda conto”.
Il problema della Sanità, che per ridurre le liste d'attesa chiede aiuto alle cliniche private, si scontra però puntualmente con i tagli al budget destinato alle strutture convenzionate, da ambulatori che effettuano esami diagnostici ai laboratori di analisi. Situazione che ha visto la revisione arbitraria del tariffario di alcuni esami e che sta vedendo i titolari dei laboratori privati in stato di agitazione, cosiderato che non possono offrire servizi sottocosto. A dicembre lo studio Tagliavia di Sciacca ha garantito solo le prestazioni per i pazienti oncologici, mentre ha annullato le altre prenotazioni convenzionate. Un'emergenza in attesa di una nuova rete ospedaliera che però sta oltremisura faticando a vedere la luce e sul cui contenuto, al momento, più che le incertezze vige la paura. Come quella di chi teme che sull'ospedale di Sciacca possa abbattersi un'altra mannaia, nella speranza che il Dea di primo livello (Capodieci si è impegnato perfino a rendere il "Giovanni Paolo II" hub per le emergenze) possa essere confermato anche nel concreto, oltre che con un articolo dentro un documento, così come è stato fino ad oggi.