Sarà questo il punto di partenza del nuovo piano rifiuti della Regione alla cui stesura lavorerà l'esperto scelto dal governatore Nello Musumeci. Si tratta di Aurelio Angelini, un passato nei Verdi e punto di riferimento in Sicilia per l'Unesco, docente di sociologia dell'ambiente presso l'Università di Palermo. Un piano che verrà approvato entro la fine dell'anno in corso e che, superata la fase dell'emergenza per cui sono appena arrivati i poteri speciali, punterà quasi esclusivamente sulla raccolta differenziata porta a porta lasciando solo come ipotesi residuale i termovalorizzatori. Sicilia, dunque, troppo indietro con la percentuale di differenziata, e per invertire il trend si pensa ad una raccolta di prossimità che potrà essere porta a porta o per condomini. Contestualmente al piano rifiuti, l'esperto che guiderà la cabina di regia che la giunta regionale ha deciso di creare, scriverà anche la riforma della legge che cancellerà i vecchi Ato e le Srr. Nasceranno nove nuovi Ambiti Territoriali Ottimali e saranno questi Ato a bandire nuove gare per assegnare il servizio di raccolta. Le imprese che vinceranno organizzeranno il sistema di prossimità e verranno vincolate al raggiungimento di almeno il 65% di differenziata. In caso di mancato raggiungimento di tale percentuale, scatteranno le sanzioni economiche. In pratica, scompariranno progressivamente i cassonetti e il nuovo sistema prevederà di consegnare giornalmente agli operatori un tipo diverso di rifiuto già differenziato a casa o a livello condominiale. I nuovi Ato dovranno comunque mantenere fino alla scadenza naturale gli appalti ancora in corso con gli attuali gestori del servizio. Inoltre, saranno gli Ato a scegliere come smaltire il residuo 35% di rifiuti non differenziati che si spera di portare al 20% attraverso gli impianti di pretrattamento. Si punta cioè ad evitare il ricorso ai termovalorizzatori. Nuovo piano rifiuti la cui prima bozza sarà pronta entro agosto e che vedrà la luce verosimilmente a dicembre quando scadranno i poteri speciali. E la Regione potrà così superare una delle principali obiezioni sollevate dalla Comunità Europea che ha bloccato finanziamenti per duecento milioni di euro proprio per la mancanza di un piano rifiuti.