introdurre il fascicolo fabbricato, quale strumento per monitorare l’efficienza strutturale del patrimonio edilizio esistente, dotare tutti i comuni della provincia di apposito piano di emergenza e promuovere la cultura della protezione civile nei confronti dei cittadini e soprattutto dei ragazzi, introducendo nei programmi da svolgere nelle scuole secondarie di primo e secondo grado con delle ore dedicate alla conoscenza delle regole da adottare, in caso di eventi calamitosi, per la salvaguardia della pubblica incolumità e per il soccorso della popolazione.
Sono questi i quattro principi fondamentali per ridurre gli effetti disastrosi degli eventi sismici e per alimentare la cultura della protezione civile nei cittadini, secondo l’Ordine degli architetti, che oggi ricorda il 57° anniversario del terremoto che, nella notte tra il 14 ed il 15 gennaio 1968, ha colpito il Belice provocando 296 morti, più di 1000 feriti e quasi 100.000 sfollati.
“Ricordiamo il sisma del 1968 - afferma il presidente dell’Ordine, Rino La Mendola - con l’obiettivo di alimentare la memoria degli effetti devastanti dei terremoti e l’importanza della cultura della prevenzione e della protezione civile. Il nostro Ordine, aggiunge, è pronto a collaborare con gli istituti scolastici e con le amministrazioni dei Comuni ricadenti nelle zone a rischio sismico elevato, mettendo ancora una volta a disposizione della società civile le conoscenze e la professionalità degli architetti per organizzare momenti informativi e formativi in materia di prevenzione e di pronto intervento in caso di eventi sismici”.
L’Ordine degli architetti dispone di un proprio dipartimento di volontariato per la protezione civile, i cui componenti hanno frequentato una serie di corsi sulla Gestione Tecnica dell’Emergenza sismica e sul rilievo del danno e valutazione dell’agibilità delle costruzioni a seguito di un sisma e hanno maturato negli anni notevoli esperienze, sia in regime ordinario sia in emergenza. In passato era stata creata una vera e propria banca dati informatica sulle condizioni di sicurezza di buona parte del patrimonio edilizio ricadente nei centri storici di Agrigento e di Canicattì. Successivamente, nel 2022, gli architetti e l’Arcidiocesi di Agrigento, hanno dato vita al progetto MonumentiAmo, grazie al quale i volontari dell’Ordine hanno rilevato le condizioni di stabilità di buona parte del patrimonio dei beni culturali ecclesiastici agrigentini.