il 57esimo anniversario del terremoto che devastò la Valle del Belice, sono stati promossi momenti di riflessione e commemorazioni nei comuni colpiti da quella tragedia, tra sante messe e momenti di confronto, tra mostre fotografiche e iniziative pubbliche che coinvolgono anche gli studenti. Tra le iniziative odierne da segnalare l'inaugurazione della mostra fotografica sul terremoto a cura di Giuseppe Verde nel comune di Salaparuta.
Al cimitero di Santa Margherita ieri c'è stato un momento di raccoglimento e ricordo per onorare le 13 vittime del sisma nel cimitero comunale, con la deposizione di una corona d'alloro sotto la lapide del memoriale di quella tragedia.
La piazza antistante la chiesa Cristo Risorto di Santa Ninfa verrà intitolata alla memoria di don Antonio Riboldi che, durante il terremoto 1968, fu parroco in paese. La cerimonia si terrà oggi alle ore 19. “Era doveroso intitolare una piazza principale della nostra città al nostro parroco, poi divenuto Vescovo di Acerra, che lottò al fianco della sua gente per i diritti della popolazione del Belìce. Insegnò a più generazioni di giovani ad avere coraggio, fu profeta della povera gente, eroe civile contro le mafie. A distanza di sette anni dalla sua morte, la comunità di Santa Ninfa colma un vuoto saldando un debito di riconoscenza nei suoi confronti", dice il sindaco Carlo Ferreri.
Don Antonio Riboldi, appena dopo il sisma del '68, si recò a Roma, accompagnato dai bambini del Belìce, per essere ricevuto dal presidente della Repubblica Saragat, dal presidente del consiglio Aldo Moro e da Papa Paolo VI. Il pontefice di allora incoraggiò don Riboldi a proseguire nella lotta per dare gli alloggi agli sfollati. Da lì a poco iniziarono a costruire le case e le strade.
E dopo che ieri era intervenuto il presidente della Regione Renato Schifani anche il presidente dell'ARS Gaetano Galvagno si è pronunciato sull'anniversario: "A 57 anni dal sisma che ha sconvolto la Valle del Belìce, è doveroso mantenere vivo il ricordo delle oltre trecento vittime, alcune delle quali tra i soccorritori, di chi perse tutto e di coloro che si adoperarono per salvare vite nei comuni martoriati dal terremoto: penso alle forze dell'ordine, ai militari, ai vigili del fuoco e ai medici che operarono in condizioni estreme. Da quella tragedia, le cui cicatrici sono ancora evidenti, l'Italia ha imparato molto ed è divenuta un'eccellenza nel settore della Protezione civile. Oggi, più che mai, tutti i siciliani non dimenticano." Lo ha dichiarato il presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana, Gaetano Galvagno, in occasione dell'anniversario del terremoto del Belìce, che nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 1968 devastò un'area vastissima della Sicilia Occidentale.