È questo l’allarme lanciato da Confartigianato Edilizia Sicilia, presieduta da Francesco Grippaldi che individua, tra le cause principali del fallimento di numerosi piccoli imprenditori, la Centrale unica di committenza degli appalti che creerebbe vantaggi soltanto alle imprese più grandi ed organizzate, tagliando fuori gli artigiani. A confermare che le piccole imprese siano in crisi, sono i dati elaborati dall’Osservatorio economico di Confartigianato: circa meno 2 milioni di valore aggiunto prodotto dal comparto dal 2008 al 2016; meno 66 mila occupati dal 2008 al 2016; meno 5.000 imprese artigiane registrate dal 2009 al 2017. E questi sono soltanto alcuni dei numeri allarmanti riscontrati. Ciò che preoccupa ulteriormente, secondo Francesco Grippaldi, è il ribasso nelle aggiudicazioni delle opere pubbliche, dopo la modifica apportata dal decreto legislativo 56/2017 al codice degli appalti pubblici. “Va ripristinata – spiega il presidente regionale di Confartigianato Edilizia – la variabile in diminuzione che manteneva contenute le soglie di aggiudicazione dei lavori con una forbice tra il 10 e il 20%. Oggi invece le soglie vanno oltre il 35%, favorendo di fatto solo le aziende più grandi”. Motivo per il quale Confartigianato sollecita un incontro urgente con l’assessore regionale alle Infrastrutture, Marco Falcone, per sollecitare anche le opportune modifiche riguardo i criteri di aggiudicazione e regolare il codice degli appalti. Ma oltre al codice, un tema prioritario è anche quello della manutenzione straordinaria delle infrastrutture pubbliche e private, come anche dei centri storici degradati, dei musei e dei teatri; manutenzione che consentirebbe il rilancio del territorio regionale, divenendo maggiormente allettante per i turisti e, soprattutto, darebbe lavoro alle imprese locali.