O meglio: a sospenderne la consegna al comune di Sciacca. La prospettiva sempre più concreta è l'azzeramento del progetto Baccei, quello di pochi giorni prima delle elezioni amministrative, con la sottoscrizione di quel trasferimento dei beni che, però, è stato definito "una messinscena elettorale", sia dal centrodestra, sia dal Movimento 5 Stelle. Tanto più che non c'è mai stata la valutazione della consistenza dei beni. E, adesso, si sta capendo il perché. Insomma: se il Governo Musumeci non ha ancora rotto il silenzio, se non ha non ha nemmeno risposto all'interrogazione di Michele Catanzaro, se non ha ancora accordato l'incontro richiesto da Francesca Valenti, il motivo è presto detto. Palazzo d'Orleans starebbe cercando, semplicemente, una exit strategy, un modo per fare un passo indietro, ripartendo così da zero. Zero, peraltro, è il "numero perfetto" in ogni dibattito che sia collegato alle Terme di Sciacca. È 'assessore all'Economia Gaetano Armao, in questa fase, a non nascondere i propri dubbi su quanto iniziato dal suo predecessore Alessandro Baccei. Non c'è convinzione in ordine al conferimento dei beni al comune. Non si ritiene che il comune possa essere in condizione di trovare il partner privato. In effetti il rischio che il comune si accolli solo guai è da sempre il timore di molti. Il punto è che si è tentata questa strada per cercare di ripartire. Sono trascorsi tre anni dalla decisione di chiudere tutto. "Le Terme perdevano 2 milioni di euro l'anno, dovevamo chiuderle prima". Così parlò Grazia Terranova, dirigente delle società partecipate. E ora la Regione torna a tre anni fa. E il peggio è che non si capisce quale sia la prospettiva di Armao e del governo. La consegna del patrimonio (a dire il vero solo di una sua parte), ancorché mai formalizzata, non è mai stata una prospettiva del tutto rassicurante. Ma se la si è percorsa è stato solo per tentare di smuovere le acque. Il passo indietro di Armao sulle Terme rischia di far tornare tutto nelle sabbie mobili della burocrazia regionale. Speriamo di sbagliarci.