che continua a minacciare la tenuta del tessuto economico Siciliano dell’ agroalimentare. Invasi e dighe vuote o semivuote, ancora una volta , mettono in evidenza tutta la loro inadeguatezza infrastrutturale, spesso privi di collaudo e manutenzione ordinaria, dimostrando, senza tema di smentita, che la crisi idrica che sta attanagliando la Sicilia da oltre un anno è soprattutto figlia dell’incapacità di dotare questo nostro territorio d’infrastrutture idriche degne di questo nome. E’ quanto dichiara il responsabile regionale di Legacoop Sicilia agro alimentare e pesca Domenico Pistone lanciando un vero e proprio allarme rispetto alla situazione in cui anche quest’anno si ritrovano gli agricoltori rispetto alla possibilità di avviare la produzione ortiva. Dopo la crisi della scorsa estate che ha visto diverse manifestazioni da parte di produttori, liberi cittadini e diversi sindaci, ci aspettavamo una reazione risoluta in termini di avvio, celere, di tutti quei cantieri finalizzati alla realizzazione di tutte quelle opere funzionali al contrasto della siccità e della crisi idrica, ma a tutt’oggi, dichiara il responsabile di Legacoop la situazione rischia di diventare ancora più pesante del 2024. Al di la dei provvedimenti e delle risorse a sostegno delle imprese agricole, che pure ci sono stati, è la componente tempo che manca alle imprese agricole ed agroalimentari e in questo senso Legacoop chiede al Governo della regione a che punto siano gli investimenti per oltre 140 milioni di euro riservati alle reti idriche, ai dissalatori ed alla rigenerazione di pozzi. I danni in agricoltura sono ormai incalcolabili e come associazioni dell’agro alimentare vengono stimati in circa 2 miliardi. In tutto ciò, aggiunge il responsabile del comparto agroalimentare di Legacoop, oltre 100.000 metri cubi d’acqua al giorno vengono scaricati in mare, mentre l’agricoltura delle province di Trapani e Agrigento sta vivendo una crisi senza precedenti con la situazione paradossale che si è venuta a creare per la diga Trinità di Castelvetrano resa non operante per problemi di sicurezza senza però programmare i necessari interventi di messa in sicurezza e manutenzione o pensare ad infrastrutture alternative vista la fragilità statica della diga. Diverse aziende agricole dei comuni serviti dalle dighe San Giovanni e Furore denunciano una situazione che è arrivata al collasso con l’interruzione, da parte del consorzio AG 3, delle irrigazioni a causa dello svuotamento delle due dighe. Legacoop annuncia la richiesta di una audizione presso la commissione attività produttive della Regione Siciliana.