Per l'incidente stradale, avvenuto l’11 giugno del 2006 in via Garibaldi, il sambucese di 40 anni, assistito dall’avvocato Pasquale Moderno, dovrà ottenere il maxi risarcimento come stabilito dalla Corte di Appello di Palermo.
Non 20 mila euro, come aveva stabilito il giudice di primo grado nel 2011, ma 140 mila euro che, sommati agli interessi legali ed alle spese del giudizio, arrivano a 150 mila.
Era stato lo stesso sambucese ad appellare il giudizio di primo grado che non aveva, infatti, tenuto conto della percentuale di danno biologico subita per uno squarcio ad una gamba. Il giudice di primo grado aveva considerato solo il danno estetico, mentre il consulente tecnico di ufficio, in secondo grado, ha aggiunto anche il danno funzionale, giungendo alla somma stabilita.
Ma ricostruiamo l'accaduto. Il quarantenne sambucese aveva perso il controllo del motociclo sul quale viaggiava a causa di un tombino presente sul manto stradale di via Garibaldi, ribassato, divenuto pericoloso per chi percorre l'arteria. Una depressione dell'asfalto che il Comune non aveva provveduto a segnalare.
Un episodio si può dire, quindi, banale, che ha fruttato al malcapitato una bella cifra. Un incidente che potrebbe capitare a chiunque, specie nei paesi, come ad esempio Sciacca, dove di buche e tombini ceduti ce ne sono in ogni strada. Certo, per evitare di dover elargire maxi risarcimenti come accaduto a Sambuca, il Comune saccense il più delle volte non manca di provvedere tempestivamente alla collocazione di transenne o altri segnali stradali, che spuntano come funghi un po' in tutta la città.
È quindi meno probabile che il conducente di un motorino si imbatta in una depressione della strada non segnalata, ma sentenze del genere ricordano alle amministrazioni quanto sia conveniente intervenire immediatamente per sistemare una buca, piottosto che sborsare cifre importanti per chi, da quelle stesse buche, viene danneggiato.