e chiamano in causa l'Assemblea Territoriale Idrica, l'organismo composto dai sindaci e presieduto da Enzo Lotà che avrebbe dovuto già da tempo deliberare la risoluzione del contratto con il privato.
Sono trascorsi ormai due mesi, hanno dichiarato Massimo Raso e Ilenia Capodici, dalla notizia della maxi inchiesta della Procura della Repubblica di Agrigento su “Girgenti Acque” che coinvolse 73 indagati per corruzione, negli ultimi giorni è emerso anche il sospetto di irregolarità su fatturazioni e bilanci che la Società doveva controllare, ma a tutto ciò si aggiunge anche il diniego della Cassazione circa il dissequestro del depuratore di Sant’Anna, chiesto dal Presidente della società e tutte le precedenti indagini della magistratura sulla società. Non ultimo è arrivata anche la presa di posizione unitaria dei sindacati dei lavoratori di “Girgenti Acque” che hanno annunciato la volontà di sciopero denunciando ritardi nel pagamento degli stipendi , ma anche una serie di mancanze in materia di sicurezza e orari di lavoro . Accuse respinte ieri dal Gestore che ha dichiarato di avere sempre rispettato il contratto e gli impegni assunti nei confronti dei propri dipendenti.
Per Cgil e Federconsumatori, però, le vicende giudiziarie che hanno investito negli anni la Girgenti Acque, sommate a quella che definiscono la “mala gestio” delle società, ossia i distacchi per morosità, i distacchi fognari, le continue perdite idriche, l'allungamento dei turni di distribuzione e i casi di inquinamento idrico avrebbero dovuto allarmare per primi i sindaci che , invece, secondo Raso e Capodici, non hanno finora assunto le necessarie e drastiche misure. Basterebbe una semplice revoca contrattuale attuabile da ogni sindaco per togliere la gestione idrica al gestore privato, evidenziano, richiamando alle proprie responsabilità l'Assemblea Territoriale Idrica presieduta da Lotà.
E’ dal suo insediamento, aggiungono Cgil e Federconsumatori. che si attende il pronunciamento dell'avvocato sull' eventuale ipotesi di rescissione del contratto. Adesso, un aiuto inaspettato arriva dall’Autorità di Garanzia che è intervenuta ponendo dei paletti per una corretta gestione del servizio idrico integrato e prevedendo, in caso di mancato rispetto, una riduzione del 10% della tariffa o l'obbligo per il gestore privato di eliminare le criticità al massimo entro tre anni, pena la decurtazione della tariffa del 30%.
Per Cgil e Federconsumatori i sindaci hanno tutti gli strumenti per arrivare dalle parole ai fatti: chiudere i rapporti con Girgenti acque e prepararsi a gestire il servizio idrico.