a Sciacca preoccupa la prospettiva in vista della prossima estate. Non hanno certamente nascosto i propri timori durante Vesper né il consigliere comunale di opposizione Filippo Bellanca, né il sindaco Fabio Termine. Sulla tematica acqua le parti politiche stanno provando ad assumere un atteggiamento unitario, sebbene dopo le accuse al capo dell'amministrazione di non avere saputo in estrema sintesi farsi rispettare dai vertici di Aica.
C'è scetticismo, dunque, da parte del comune di Sciacca, in ordine alla possibilità che gli impegni del presidente Schifani a rendere operativi i dissalatori entro giugno possano essere concretizzati. Tra i 300 milioni di finanziamenti da impegnare e le pastoie burocratiche diffuse sarà piuttosto complicato tagliare questo traguardo. Più volte è stato sottolineato come stridano, nella città di Sciacca, provvista di importanti sorgenti, i problemi che la popolazione sta attraversando. Il tema centrale rimane quello della realizzazione di una nuova rete idrica. Ma la stagione estiva, anche per il ruolo di rinomata stazione turistica della città (anche se non sono in secondo piano le necessità dei cittadini residenti) solleva grossi dubbi per il futuro.
Quando i vertici Aica sono stati a Sciacca nelle settimane scorse non hanno certamente nascosto le gravi difficoltà che stanno affrontando in merito alla carenza di risorse idriche disponibili da distribuire alla popolazione, in un ambito nel quale si sta rivelando complesso il rapporto con Siciliacque, struttura di sovrambito che gestisce peraltro anche un invaso tutto agrigentino, come il Favara di Burgio, cosa che Aica non riesce a tollerare. La sensazione prevalente è che si aspetti che qualcosa possa accadere, in un contesto nel quale ci sono tantissime criticità, comprese quelle di un sistema, quello dell'azienda pubblica consortile, che purtroppo non ha funzionato.