La giunta municipale di Santa Margherita di Belice
ha incaricato un legale di presentare ricorso al TAR contro un provvedimento dell'Asp di Agrigento che, lo scorso mese di febbraio, in piena emergenza idrica, ha dichiarato non potabile l'acqua contenuta nelle sorgenti 'pozzo Palano' e 'Porta nuova". Si tratta di invasi da cui il comune attinge nei casi in cui, per varie ragioni, la normale erogazione attraverso la rete idrica cittadina non soddisfi il fabbisogno, permettendo dunque di fronteggiare eventuali emergenze.
I risultati delle analisi dell'Asp però hanno obbligato il sindaco Gaspare Viola a firmare un'ordinanza di divieto dell'uso della risorsa contenuta nelle predette sorgenti. Tuttavia, il capo dell'amministrazione ritiene che dal mancato approvvigionamento alle risorse idriche da questi sorgenti potrebbe essere compromessa la continuità di un servizio pubblico fondamentale. Nella stessa ordinanza di divieto tuttora in vigore (non sono intervenute fino ad oggi nuove analisi dall'esito favorevole) il primo cittadino scrive che "tutti i punti di approvvigionamento presenti ed attivi da svariati decenni sul territorio comunale, il cui libero utilizzo non ha mai causato problemi epidemiologici, hanno costituito nel tempo una utilissima fonte alternativa e diversificata di approvvigionamento a scopo irriguo ed igienico sanitario".
L'Asp però non è d'accordo. Davanti alle sorgenti in questione i carabinieri hanno presidiato i controlli effettuati dall'Asp per scongiurare prelievi indebiti da parte di privati cittadini. La questione ha generato anche tensioni. È, questo, un altro argomento che, secondo l'opposizione consiliare (ricordiamo che il consiglio è stato sciolto dalla Regione per la mancata approvazione del dissesto) il sindaco Viola non avrebbe gestito con la necessaria attenzione. "La nostra rete idrica non è più quella di un tempo, ma abbiamo presentato un progetto di efficientamento per 15 milioni di euro, confidiamo in un finanziamento", ha detto il primo cittadino.