Come ogni anno, la Regione ha pubblicato il decreto che consente l'apertura di lidi e stabilimenti, ma che impone anche ai sindaci di fissare i divieti di balneazione per questioni di sicurezza o inquinamento, come ad esempio nei pressi dei porti o delle foci dei fiumi che portano in mare aperto acqua che non è conforme ai parametri di salubrità.
In tutta la Sicilia sono diversi i litorali in cui i sindaci dovranno apporre i divieti di balneazione e sono, in pratica, sempre gli stessi. La provincia con meno divieti (e tutti in aree poco significative) si conferma anche quest'anno essere quella di Trapani, seguita da quella di Agrigento.
Scendendo più nel particolare, a Sciacca le zone in cui si troverà il cartello di divieto di balneazione sono quelle del Lido Salus ( divieto da sempre contestato e ignorato ); i tratti di spiaggia nei pressi del torrente Foce di Mezzo, del Vallone Cansalamone, del porto di Sciacca e Rocca Regina sotto le Terme. Passando a Menfi, dovranno essere interdetti alla balneazione, come sempre, il porto di Porto Palo e la foce del Fiume Carboj. A Cattolica, divieto fisso alla Foce del fiume Platani.
Come sempre, poi, i tratti di litorale vietati per più metri consecutivi sono quelli che fanno riferimento alla città di Agrigento nei pressi dei fiumi Akragas e Naro. A seguire, lunghi tratti di costa interdetti a Licata e Palma di Montechiaro. In tutte queste aree l'assessorato ha disposto un costante monitoraggio dell'inquinamento marino e, dunque, la situazione potrebbe mutare nel corso della stagione, ma c'è da sperarci poco, posto che la situazione della depurazione delle acque rimane immutata. Così come, c'è da scommetterci, senza i dovuti controlli, il divieto di balneazione verrà ignorato dai bagnanti in diverse le zone appena citate, come, purtroppo, avviene ogni anno.