Le ultime sono scaturite dalle dimissioni del direttore Roberto Albergoni. Ieri il presidente della Regione Renato Schifani ha sentito il dovere di intervenire a supporto, ancora una volta, di un progetto che, seppur vacillante, deve essere portato avanti e lo ha fatto manifestando la propria vicinanza al presidente della Fondazione Agrigento Capitale della Cultura 2025, l'ex prefetto Maria Teresa Cucinotta. “Sin dal suo insediamento – ha sottolineato Schifani - ha lavorato con determinazione per rimettere in carreggiata una struttura che, fino a oggi, ha accumulato ritardi nell'attuazione del programma. Sono certo - ha aggiunto il governatore - che il presidente Cucinotta proseguirà con impegno nel percorso già avviato, mettendo ordine nel disordine trovato e garantendo l'efficace realizzazione degli obiettivi prefissati. Avanti con determinazione e concretezza - ha concluso il presidente della Regione - per dare ad Agrigento il ruolo che merita sulla scena culturale nazionale e internazionale”. Dichiarazioni che non sono andate giù ai tanti che vorrebbero una presa di posizione diversa da parte della Regione. Il deputato all'ARS per il Movimento 5 Stelle, Angelo Cambiano, ad esempio, dichiara che: "Non si può continuare a minimizzare. Agrigento meritava una pianificazione seria e professionale, invece si ritrova con una Fondazione indebolita e incapace di rispettare gli impegni presi. Chiediamo risposte immediate e un cambio di rotta - conclude Cambiano- La Regione intervenga per salvare il salvabile e garantire che il 2025 non si trasformi in un'irripetibile occasione persa". A chiedere a Renato Schifani di assumersi le proprie responsabilità è anche il componente della Direzione Regionale del Partito Democratico Siciliano Carmelo Greco che chiede, inoltre, le dimissioni del sindaco Miccichè e l'intervento del Ministero. Dello stesso parere, la deputata agrigentina, sempre del PD, Giovanna Iacono. “Oggi rimangono le macerie di un progetto ambizioso fatto a pezzi per liti e beghe di potere – dichiara Iacono. Vorremmo sentire rivolgere le scuse alla città, ancora una volta usata, spremuta e poi gettata via. Le scuse che pretendiamo oggi – conclude da deputata - da chi gestisce il governo della città e dal presidente Schifani”.