polemiche le dimissioni di Roberto Albergoni dal suo ruolo di direttore generale della Fondazione Agrigento Capitale della Cultura 2025. Dimissioni rumorosissime posto che Albergoni era stato l'ideatore del dossier che ha portato alla conquista del titolo della Città dei templi. Tra le reazioni da sottolineare quella di Maria Teresa Cucinotta, Presidente della Fondazione, nominata direttamente dal governatore Renato Schifani. “Il passo indietro di Roberto Albergoni ha tolto dall’imbarazzo il Consiglio di amministrazione dall’assumere un atto più doloroso” - ha dichiarato l'ex prefetto di Palermo.
Una allusione chiara che testimonierebbe come tra la Cucinotta e Albergoni i rapporti sarebbero stati ormai ai minimi termini. “Non c’è dubbio che nonostante l’impegno profuso dal dottor Albergoni – dice Cucinotta - è indispensabile recuperare i gravi ritardi che si sono accumulati nella realizzazione dei progetti”. Due leader, insomma, che sembrano non essersi mai amati troppo. A sua volta, e non sarebbe potuto essere altrimenti, la Cucinotta ha incassato la rinnovata fiducia del Presidente Schifani che continua a vedere nell'ex prefetto la professionista giusta per recuperare i ritardi accumulati nell’attuazione del programma.
Il deputato regionale Carmelo Pace, capogruppo della DC all’ARS si schiera, in un certo senso, dalla parte del sindaco di Agrigento Franco Micciché attaccando, invece, i partiti di centrodestra che fin qui lo hanno sostenuto: “Prendere le distanze oggi, nel tentativo di smarcarsi dal Sindaco, scaricando esclusivamente su di lui i fallimenti di questi anni alla guida della città, è fin troppo comodo e fin troppo semplice. I partiti e, soprattutto, gli esponenti politici che lo hanno sostenuto fino ad oggi, tra i quali diversi parlamentari, si assumano le loro responsabilità fino in fondo”. “La Democrazia Cristiana - conclude Pace - era e resta coerentemente, all’opposizione del Sindaco Miccichè, ma riteniamo doveroso tutelare e difendere l’istituzione che il primo cittadino rappresenta. Lo stesso atteggiamento ci aspettiamo oggi dai suoi alleati, i veri artefici dei suoi fallimenti e dei disastri che sono sotto gli occhi di tutti”.
Per Mario Giambona, vicepresidente del gruppo parlamentare siciliano del Partito Democratico, Agrigento capitale della cultura “è la storia di un clamoroso fallimento. Una opportunità storica irrimediabilmente vanificata dal degrado amministrativo e dal pressapochismo della classe dirigente politica locale e del governo regionale guidato da Schifani”. Giambona parla anche di “danno economico incalcolabile per l’intera Sicilia” e di “gestione tragicomica”.
L'onorevole Ida Carmina del Movimento Cinque Stelle, invece, ha presentato una interrogazione al ministro della cultura con cui chiede di intervenire immediatamente, se necessario anche con il commissariamento della Fondazione e l’assunzione della gestione diretta dell’evento da parte del Ministero. “L'evento sta naufragando tra dimissioni, eventi annullati, gravi ritardi organizzativi e carenze strutturali imbarazzanti”. “Una Fondazione – scrive Carmina – incapace di coprire anche solo le spese di viaggio e ospitalità degli artisti”.
Per l'ex sindaco di Agrigento e di Porto Empedocle Lillo Firetto occorre: “Azzerare la Fondazione subito dato che crearla è stato un errore strategico. L’onta che ricade su Agrigento ha nomi e cognomi. La città non può restare a guardare dinanzi alla vergogna, allo scempio, alla totale assenza di sostanza e di serietà per il ruolo che sono stati chiamati a rivestire”.