Intendiamoci: le piogge persistenti delle ultime ore per fortuna non hanno mai generato il pericolo di nuove possibili esondazioni. Tuttavia la piena del torrente San Marco documentata dal filmato è il simbolo della vulnerabilità del territorio, e non può non indurre nuovamente a riflettere su un tema di straordinaria importanza per il territorio di Sciacca, ossia quello relativo alla necessaria pulizia dei valloni. Questione che, in presenza di eventuali nuove bombe d'acqua, potrebbe diventare oltremisura drammatica. E a rendere tutto poco accettabile è perfino il ritardo della burocrazia. È in corso da anni un autentico braccio di ferro tra Assessorato regionale al Territorio e Ambiente e Protezione Civile, che non riescono a rendere concreto il finanziamento da 250 mila euro disponibile per la messa in sicurezza dei torrente Baiata - Foce di Mezzo. A redigere il progetto in questione è stata la stessa Protezione Civile. A cui l'assessorato chiede di accettare anche un'azione di custodia quinquennale del torrente una volta messo in sicurezza. Richiesta che però l'altra parte non intende accettare. Risultato: l'intervento è congelato. È una condizione assurda”, dice oggi al nostro Telegiornale l'assessore comunale all'agricoltura Paolo Mandracchia. Il quale ricorda che la pulizia dei valloni del centro storico, comunque, è di competenza del Comune di Sciacca. A partire dal Cansalamone, anche se stiamo parlando non certo di un piccolo torrente, ma di un fiume che purtroppo nella storia recente della città di Sciacca ha provocato gravi danni in diverse circostanze. Un alveo, dunque, che necessita di un intervento di ristrutturazione e di messa in sicurezza, a monte e a valle, non certo solo di una pulizia da canneti e vegetazione che, in ogni caso, dovrà comunque essere garantita. Ma tant'è. Fatto sta però che i lavori non si possono fare neanche qui. Perché non ci sono i soldi. Negli anni scorsi l'Ente Sviluppo Agricolo aveva messo a disposizione dei comuni uomini e mezzi per interventi tampone, chiedendo soltanto le spese per il carburante necessario. Ad approfittarne sono state diverse municipalità. Tra cui anche l'amministrazione comunale di Sciacca. Poi, però, non si è più riusciti a garantire questo servizio. E non si può nemmeno affermare che due-tre giorni di lavoro, con l'impiego minimo di un migliaio di euro, possa definirsi efficace, tanto meno risolutivo. Insomma: occorre trovare, tra le pieghe del bilancio, almeno diecimila euro per acquistare il gasolio sufficiente ad una pulizia dei torrenti che sia degna di questo nome. “La questione è sotto la nostra attenzione”, garantisce al nostro telegiornale l'assessore Mandracchia. Il quale evidenzia che il tema della pulizia dei valloni risente di gravi ritardi che si sono accumulati nel corso degli anni. “Ci sono scelte che vanno compiute a livello regionale. Gli interventi sui corsi d'acqua rientrano tra queste. Speriamo che l'esecutivo Musumeci possa apportare opportune modifiche alla programmazione del Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020, per introdurre quelle misure finanziarie idonee a dare un sostegno concreto ai comuni, nell'ottica della messa in sicurezza del territorio da ogni rischio idrogeologico. La stagione delle piogge che accinge a concludersi, è stata tutto sommato serena. Lo scorso anno le cose andarono male, con due alluvioni che causarono gravissimi danni ai territori, da Sciacca a Caltabellotta a Ribera, con conseguenze drammatiche come la scomparsa di Vincenzo Bono, inghiottito dal fango e mai più ritrovato.