senza scorta, è stata soltanto rimodulata e rivista. Le decisioni prese sono queste, vedremo se andranno nella direzione giusta. In caso contrario le cambieremo” conclude il prefetto.
Per il prefetto di Agrigento, Dario Caputo, quindi, la scorta al testimone di giustizia Ignazio Cutrò e alla sua famiglia non è stata soppressa, ma rimodulata. In ogni caso, sembra di capire, che sia stata alleggerita e divenuta più blanda. Disposizioni che, dunque, non avrebbero tenuto conto delle intercettazioni e minacce registrate dagli inquirenti in occasione del blitz antimafia “Montagna” dove alcuni presunti esponenti delle cosche di Bivona e San Biagio Platani, sostanzialmente, minacciavano di fargliela pagare non appena lo Stato lo avesse abbandonato al suo destino.
Nonostante le presunte rassicurazioni del prefetto, continua la pioggia di commenti e solidarietà nei confronti del testimone di giustizia. E' di oggi la nota del blogger riberese ed ex presidente della SEUS regionale, Gaetano Montalbano, che parla di decisione incomprensibile, che mette in pericolo un simbolo della vera antimafia concreta e lancia un messaggio devastante agli altri imprenditori siciliani. Se Cutrò dovesse subire la vendetta delle mafie – conclude Montalbano – saremo tutti colpevoli: i vertici del Ministero degli Interni che hanno permesso tutto questo e noi società civile che non abbiamo avuto la forza di impedirglielo.