Oggi registra la forte presa di posizione dei titolari delle strutture turistico ricettive che operano nel territorio e che la ritengono inutile, dannosa e priva di motivazioni oggettive. Il turista non va tassato, sostengono, ma va incoraggiato a venire nel territorio.
Insomma, come è successo negli altri comuni che, ancor prima di Ribera, hanno istituito l'imposta di soggiorno, l'iniziativa dell'amministrazione guidata da Carmelo Pace registra la forte contestazione degli operatori del settore.
Pur essendo il Comune di Ribera stato inserito nell’elenco regionale delle località turistiche da parte della Regione, e quindi, in linea teorica, deputato a deliberare l'imposta di soggiorno, i titolari delle strutture turistico ricettive evidenziando come, nella realtà, siano i numeri a dimostrare la scarsa utilità economica per le casse comunali e la manifesta dannosità per le poche e regolari attività turistiche presenti ed operanti. L'offerta ricettiva di Ribera si traduce in tre B&B, un hotel, un campeggio e un agriturismo. Basta la semplice analisi della capacità ricettiva dei Comuni della Provincia di Agrigento, dove la tassa di soggiorno è stata da tempo introdotta, per comprendere che il Comune di Ribera, nei fatti non è un Comune turistico, sostengono i gestori delle poche strutture presenti nel territorio. Non solo la quantità, viene anche evidenziata la netta differenza con gli altri comuni ritenuti realmente turistici, grazie alla presenza nei loro territori di grandi alberghi e resort, con migliaia di posti letto e un turismo di massa.
Basta una sola struttura del Comune di Licata o di Sciacca, dicono, per fare 10 volte la capacità ricettiva del Comune di Ribera. In sostanza evidenziano come l'imposta di soggiorno a Ribera ricadrebbe unicamente su un albergo di medie dimensioni, un campeggio, un agriturismo e tre b&b, con un introito per le casse comunali che certamente non giustificherebbe il danno arrecato a quei pochi operatori che già con molte difficoltà cercano di portare turisti nel territorio.
Si parla di un gettito annuo di 25 mila euro, sostengono gli albergatori riberesi, che determinerebbe solamente un triste record: Ribera sarebbe l’unico Comune d’Italia ad approvare un’imposta di soggiorno con questi risibili numeri.
Introdurre l'imposta, aggiungono anche, non risolverebbe sicuramente il problema del turismo sommerso, ossia quello che si basa su piccoli appartamenti o seconde case affittate nel periodo estivo.
Insomma non comprendono le ragioni e l'accelerazione con la quale l'amministrazione comunale di Ribera ha deciso di approvare l'imposta di soggiorno in una città che, visti i numeri delle strutture ricettive, non può essere certamente considerata turistica. E' come mettere un casello autostradale in una trazzera di campagna, hanno scritto nel documento con il quale contestano apertamente il provvedimento.