dall'entrata in vigore le delle cosiddette "misure di salvaguardia", che impedivano da quel momento qualsiasi intervento urbanistico. In estrema sintesi: tutto ciò che risultava in contrasto col vecchio piano comprensoriale n° 6 e col nuovo Piano Regolatore rimaneva sospeso in attesa dell'approvazione dello strumento urbanistico. Le norme di salvaguardia sono misure pensate dal legislatore per evitare che, in attesa delle lunghe procedure di approvazione si possa continuare a costruire col vecchio strumento urbanistico in difformità dal nuovo, evitando così di snaturare il nuovo strumento urbanistico. Le misure di salvaguardia però non durano in eterno. A segnalarlo oggi è l'associazione L'Altra Sciacca, che fa notare come queste norme hanno una durata di tre ann dall'adozione del piano regolatore generale estesa di ulteriori 2 anni per i Comuni che entro un anno dalla scadenza del termine di pubblicazione del piano lo abbiano presentato all'amministrazione regionale competente. “Nel caso di Sciacca – fa notare l'Altra Sciacca - l'adozione è avvenuta esattamente 3 anni fa e, da quello che ci è dato sapere, il Piano con tutti i suoi allegati (osservazioni, parere VAS, deduzioni del progettista, etc.) non è stato ancora trasmesso al competente ufficio regionale, quindi non è stato trasmesso entro un anno dall'adozione agli uffici competenti. Il rischi0 è dunque quello che non sia possibile applicare nel caso di Sciacca l'ulteriore termine di due anni per la proroga delle norme di salvaguardia. E, peraltro, probabilmente non è pervenuta notizia alcuna di richieste di proroga. Se così fosse il nuovo piano regolatore avrebbe perso di ogni efficacia ed il vecchio piano comprensoriale n° 6 sarebbe già tornato pienamente operativo.