allo scopo di acquisire informazioni sull'imprenditore Mario La Sala e sul notaio Filippo Palermo, entrambi di Menfi, indagati dalla magistratura belga nell'ambito di un'inchiesta per corruzione, riciclaggio, abuso e falso. Sullo sfondo: un vorticoso giro di denaro proveniente dalla Romania. A rivelare la vicenda è oggi l'edizione palermitana del quotidiano “La Repubblica”, in un articolo firmato da Salvo Palazzolo. I magistrati belgi indagano perché, tra i soggetti finiti sotto la lente d'ingrandimento c'è anche il catanese Giovanni La Via, eurodeputato di Forza Italia, partito nel quale è tornato dopo le disavventure di Angelino Alfano, del quale a lungo era stato un fedelissimo, venendo indicato, come si ricorderà, come vicepresidente del candidato presidente della Regione Fabrizio Micari. La Via gode dell'immunità parlamentare, e per quanto lo riguarda al momento gli accertamenti nei suoi confronti si sono fermati, nel rispetto della legge.
Ma dietro quei soldi provenienti dalla Romania, secondo la magistratura di Bruxelles ci sarebbe un giro di tangenti. Nei confronti di La Sala e Palermo è già scattato un sequestro di beni, per un valore di due milioni di euro. La Sala avrebbe gestito in Belgio i conti di due società che avrebbero ricevuto bonifici da imprese edili di Bucarest per imprecisate attività di consulenza. Imprese edili che avrebbero goduto di specifici finanziamenti europei. Bonifici che, stando all'ipotesi di reato considerata dai magistrati belgi, sarebbero finiti sui conti di La Sala, Palermo e anche dell'europarlamentare.
E in riferimento all'articolo di oggi La Via è già intervenuto, dicendosi estraneo a qualunque illecito o reato eventualmente commesso da terze persone e su cui la magistratura belga sta indagando. L'eurodeputato ammette di avere ricevuto un bonifico ma che questo è perfettamente legittimo in quanto costituisce- come indicato nella stessa causale menzionata nell’articolo- una restituzione di quanto da lui precedentemente versato per la partecipazione in una società di consulenza.
La Sala è molto attivo in Romania, dove gestisce diverse relazioni fra la Romania e il Parlamento europeo. Pare che parte dei soldi oggetto del bonifico sarebbero poi tornati in Romania, destinati ad alcuni società di comunicazione: il giudice istruttore ipotizza che sia stata finanziata la campagna elettorale di qualcuno a Bucarest.
Il notaio Filippo Palermo è lo stesso finito sotto inchiesta lo scorso dicembre con l'accusa di avere truffato duemila clienti percependo illecitamente somme che avrebbero dovuto essere destinate al fisco.