nove condanne, una assoluzione, quarantotto rinvii a giudizio e dieci patteggiamenti.
Il processo scaturisce dall’operazione “La Carica delle 104” e ipotizza l’esistenza di due bande ben organizzate a truffare lo Stato, attraverso l’attestazione di false invalidità e patologie di varia natura. Sotto accusa il mondo della scuola.
Gli imputati sono scesi a sessantanove, una trentina in meno rispetto ai 101 soggetti inizialmente indagati, nel blitz della Digos di Agrigento e della Procura della Repubblica. Le accuse a vario titolo sono di associazione a delinquere, truffa, corruzione ed altri reati.
Dieci imputati, accusati di avere corrotto i medici in cambio di un falso certificato che serviva a ottenere la 104, hanno patteggiato la pena. Si tratta di soggetti provenienti da Favara, Cammarata, Santo Stefano Quisquina e Palma di Montechiaro.
Nello stralcio abbreviato è stato assolto il medico otorino Antonino Cinà, “per non avere commesso il fatto”. Gli altri nove imputati sono stati condannati dai 3 ai 4 anni.
In quarantotto, invece, sono stati rinviati a giudizio e il processo si aprirà il 21 giugno prossimo.
E le organizzazioni sindacali della CGIL, costituitesi parte civile presso il tribunale di Agrigento, esprimono la propria soddisfazione “non tanto – si legge oggi in un comunicato - per le condanne, ma per aver stabilito una volta per tutte la certezza che nessuno può abusare di una legge di civiltà riconosciuta a chi ha veramente bisogno di assistenza perché in grave stato di salute. ( … )
Tanti sono i casi, nella nostra provincia, di mali incurabili ed è per costoro che come organizzazioni sindacali - continuano - noi abbiamo il dovere di difenderne il diritto, il dovere morale ed etico di doverne tutelare la dignità di persone attraverso l’assistenza possibilmente dei propri familiari visto anche l’inesistenza di adeguate strutture e di personale sanitario.
Le scorciatoie che hanno favorito una parte del personale della scuola per potersi avvicinare al proprio nucleo familiare, attraverso l’inganno e la frode della legge, non possono trovare nei nostri sindacati nessun sostegno.
Ci auguriamo - concludono - che questa sentenza possa essere da argine agli abusi che si sono perpetrati e che tutti, specialmente il personale della conoscenza che fa dei valori morali ed etici il suo principio fondante e di legalità, possa serenamente continuare a svolgere il proprio ruolo sociale e istituzionale sapendo che non si è soli ma che esiste chi lotta al loro fianco nella difesa dei diritti”.