si ricomincia pure a costruire qualche nuova imbarcazione, in particolare per la pesca artigianale. Per la pesca d'altura invece vi è la necessità di piani di gestione delle risorse condivisi e mirate attività per la valorizzazione del prodotto ittico siciliano.
Sono queste, in sintesi, le novità emerse nel corso della riunione dell'Osservatorio della Pesca del Mediterraneo, braccio scientifico del Distretto della Pesca , che si è tenuta a Palermo, presso la sede del Parlamento Siciliano, per la presentazione del “Rapporto sulla Pesca e sull'Acquacoltura in Sicilia 2017”. Il Rapporto fornisce una “fotografia” degli aspetti tecnico–biologici, ambientali e socio-economici della filiera della pesca siciliana e mediterranea.
Un excursus della pesca siciliana negli anni dal 2015 al 2017 nel quale sono state evidenziate ombre ma anche luci e prospettive. “Il dato più significativo è la stabilizzazione del flusso di decrescita del numero di pescherecci della flotta siciliana (10 anni fa in Sicilia vi erano circa 4.000 battelli da pesca), oggi siamo intorno a 2700 motopescherecci dopo una decrescita fortissima nel periodo fra il 2010 e 2013.
A incidere sul fenomeno sono state le politiche dell'Unione Europea basate sulla demolizioni delle imbarcazioni. Il risultato è stato che sono venute meno in quesi anni 450 barche. Altro problema emerso è quello legato all'assenza di innovazione, i pescherecci siciliani sono vecchi, risalenti agli anni '80 , la maggior parte dei quali costruita in legno mentre pochissimi sono quelli in fibroplastica.
Eppure, come dicevamo, dal rapporto vengono fuori prospettive di ripresa. Si evidenziano in particolare segnali di crescita della pesca artigianale, grazie anche ai bandi regionali, la cui flotta costituisce il 70% dell'intera siciliana. Anche l'acquacoltura registra una ripresa con la realizzazione di nuovi impianti.
A concludere i lavori è stato Edy Bandiera, Assessore all'Agricoltura, Sviluppo Rurale e Pesca Mediterranea della Regione Siciliana. Ereditiamo scelte dell'Unione Europea, ha dichiarato, ma oggi abbiamo dei dati confortanti che ci fanno sperare, a partire dall'arresto della pratica delle demolizioni.
I pescatori siciliani –ha concluso l'assessore Bandiera- non chiedono contributi o privilegi ma soltanto di potere avere le stesse condizioni dei pescatori di altre marinerie; servono regole uniche per la pesca nel Mar Mediterraneo”