l'imprenditore Giuseppe Catanzaro e l'attuale commissario straordinario del Comune di Licata Maria Grazia Brandara tra gli indagati nell'ambito dell'inchiesta “Double Face” della DDA di Caltanissetta che ha portato all'arresto dell'ex presidente di Confindustria Sicilia Antonello Montante. Un'inchiesta che si sta allargando a macchia d'olio fino a coinvolgere pezzi da 90 del precedente governo regionale. Una trentina in tutto gli iscritti sul registro degli indagati. Crocetta è indagato per associazione a delinquere finalizzata alla corruzione e al finanziamento illecito dei partiti. Stessi reati contestati a Vancheri, Lo Bello e Brandara. Le loro nomine sarebbero state pilotate da Montante. Quest'ultimo, secondo la ricostruzione dei magistrati, sarebbe stato il vero dominus di una lunga stagione politica. Palesi, a quanto pare, i conflitti di interesse. Montante avrebbe voluto controllare tutto e alla Lo Bello avrebbe chiesto di aiutarlo per condizionare le elezioni nelle Camere di Commercio e la riforma del settore. Crocetta sarebbe stato appoggiato per la sua elezione dagli industriali. Quattro imprenditori, fra cui Catanzaro, - secondo l'accusa - si sarebbero tassati con 200 mila euro ciascuno, un milione complessivo, per finanziare in maniera illecita la campagna elettorale dell'ex presidente. In cambio il neoeletto governatore nominò Linda Vancheri prima e Mariella Lo Bello poi alle Attività produttive, e Maria Grazia Brandara all'Irsap. I due ex assessori, in cambio, avrebbero consentito ad Antonello Montante di ottenere contributi e finanziamenti per imprese a lui riconducibili o per soggetti a lui vicini. Tutte nomine che avrebbero poi ottenuto la copertura politica di Beppe Lumia. Sono indagati per associazione a delinquere, corruzione, abuso d’ufficio, finanziamento illecito ai partiti Antonello Montante, Carmelo Turco, Rosario Amarù, Totò Navarra e Giuseppe Catanzaro che avrebbe ottenuto appalti nel settore dei rifiuti in quanto titolare di una discarica privata a Siculiana. Una storia di potere iniziata con la nomina di Marco Venturi, assessore quando presidente era Raffaele Lombardo, indicato sempre da Montante e oggi suo grande accusatore. Negli anni seguente la lobby di Confindustria si sarebbe radicata saldamente a Palazzo dei Normanni, occupando cariche di governo e di sottogoverno e condizionando la vita istituzionale regionale, servendosi anche, a quanto pare, di una fitta rete di spionaggio, ricatti sessuali, dossier e video hard che sarebbero stati utilizzati per intimorire gli avversari del sistema di potere.