L'inserimento di 6 contrade in più tra le aree originariamente individuate, con l'eliminazione da questi luoghi dei cassonetti di prossimità, genererà un inevitabile aumento dei costi annuali previsti di circa centocinquantamila euro. Si preferisce ampliare la platea, anche perché in tanti hanno utilizzato gli ultimi cassonetti di prossimità come ricettacolo dei rifiuti. Ma occorre recuperare le somme. Per farlo in massima parte si dovrà rinunciare definitivamente al servizio di fornitura di 2 milioni di sacchetti biodegradabili (quelli che le ditte appaltatrici avrebbero dovuto distribuire agli utenti), per un totale di circa 85 mila euro. Sacchetti che, per la verità, i cittadini si erano già rassegnati a non ricevere, provvedendo direttamente. Assai più modesta (circa 1.377 euro) la somma che sarà dirottata al nuovo servizio grazie alla soppressione della voce che prevedeva la distribuzione di 12 mila sacchi da 40 litri (quelli destinati per lo più alle attività commerciali). Un'altra voce che andrà a compensare la variazione delle zone da coprire scaturisce dai 38 mila euro di costi previsti per l'acquisto di sei motocarri (uno per ciascuno degli anni di durata del contratto del piano Aro). Evidentemente le ditte appaltatrici sono state in grado di garantire che possono farne a meno, utilizzando i mezzi di cui già dispongono. Ultime voci di spesa compensate: la piantumazione di alberi (550 euro) e i contenitori porta cartone (i celebri "roller", per una previsione di spesa in questo caso di 686 euro). Il totale ammonta a quasi 127 mila euro. I 22 mila euro mancanti per coprire il fabbisogno necessario sono stati prelevati dalla voce "imprevisti". Le zone del piano Aro, alcune delle quali davvero non si capisce perché non fossero state inserite sin dall'inizio, sono quelle di San Marco (area, questa, che piuttosto incredibilmente era stata eliminata, malgrado qui il porta a porta lo si faccia da anni), Foggia, Tabasi, Maragani, Sovareto (parte Sud), e Fontana calda. Da queste zone saranno eliminati i cassonetti di prossimità. Si confida, naturalmente, in un miglioramento generale delle condizioni igienico sanitarie di una città che in molte parti non ha ancora preso consapevolezza del problema. Una variante che, c'è da giurarlo, sicuramente genererà altre polemiche, come quella di ieri di Stefano Scaduto che, tra le altre cose, si è anche domandato dove sia il celebre direttore dell'Aro che si è aggiudicato un appalto (per la cronaca corrisponde all'estensore del piano) ma che, ad oggi, non si è ancora visto.