è escluso che, una volta terminata l'estate, il presidente Nello Musumeci possa mettere mano alla propria squadra di governo e riformulare giunta e deleghe. Al centro del contendere ci sono sempre i rapporti a corrente alternata con Forza Italia, i numeri risicati che la maggioranza mantiene (anzi, spesso non mantiene) in Aula e l'ascesa della Lega di Salvini che, nonostante abbia contribuito all'elezione di Musumeci, non ha alcun ruolo in giunta.
In tal senso, significativa è stata la presenza del governatore a Pontida all'ultima convention dei leghisti, che potrebbero ottenere quantomeno una poltrona da assessore. A confermare le difficoltà dell'esecutivo sia Nello Musumeci sia Gianfranco Miccichè, presidente dell'ARS che ha dichiarato oggi a Live Sicilia: “Se persino il presidente della Regione è costretto a venire in Aula ogni volta che si vota o costringi a votare anche il presidente dell’Ars, per timore che manchino i numeri, significa che la maggioranza di fatto non c’è”.
Nelle intenzioni, Musumeci vorrebbe allargare il fronte della maggioranza ad alcune forze politiche che oggi stanno all'opposizione, ma è difficile mettere d'accordo tutti, anche perché ciò significherebbe garantire ruoli di primo piano ai nuovi arrivati, scontentando magari i vecchi alleati. L'apertura al Movimento 5 Stelle sembra impossibile: o noi o loro dicono quelli di Forza Italia. In bilico la posizione di diversi attuali assessori, soprattutto Sandro Pappalardo, Salvatore Cordaro, Roberto Lagalla, Girolamo Turano e Edy Bandiera. Ancora è presto per parlare di ipotesi e nuovi nomi, tutto dipenderà dal quadro delle alleanze che salterà fuori. E' chiaro che lo scenario politico nazionale avrà ricadute pure su quello regionale.
L'Assemblea Regionale Siciliana è sostanzialmente bloccata, si lavora a ritmo ridotto e nulla giunge in aula se non lo stretto necessario, proprio per evitare imboscate. Musumeci, del resto, già in passato è stato chiaro: o si approvano le riforme che ho in mente per migliorare la Sicilia o non ho problemi a dimettermi, mandando, di fatto, tutti a casa.