“Ho valutato – scrive il sindaco - la possibilità di impegnarmi all’interno della Regione Siciliana sui temi del territorio più volte affrontati da Sindaco. Proprio in quella Regione che ci è stata così ostile in questi anni e le cui colpe qualcuno vorrebbe a tutti i costi far ricadere su di me. Un pensiero che si è dissolto”. Fabrizio Di Paola chiarisce così che ancora una volta, ha sentito forte il senso del dovere. “Sarebbe stato uno strappo troppo traumatico, in questo momento, seppur per poche settimane, lasciare senza una guida il Comune di Sciacca. Si sarebbe imposta la nomina di commissari e, principalmente, non avrei rispettato fino in fondo l’impegno assunto con i miei concittadini, con la mia Città”. Poi però Di Paola confessa anche il problema tecnico-giuridico: “Mi sono imbattuto in una legge assurda – riflette - che impone ai Sindaci di città medio grandi, seppure a fine mandato, di doversi dimettere 180 giorni prima delle elezioni per candidarsi. Un tempo infinito. Troppe variabili. Troppe incertezze. E allora – scrive Di Paola - ho deciso: resto al mio posto fino all’ultimo giorno, anche per portare a termine le ultime cose (tra esse il Piano Aro, per una città finalmente più pulita e decorosa, la cui attuazione è stata rallentata da un ricorso). Ho perso un’occasione? Forse. Ma ho la coscienza a posto. Questa la conclusione di Fabrizio Di Paola, affidata al social network, in linea con i tempi.