E' quanto denuncia oggi la Confocommercio sulla base dei dati raccolti e pubblicati sul proprio portale. Si conferma il continuo aumento della Tari per cittadini e imprese, nonostante una significativa riduzione nella produzione dei rifiuti e i divari di costo tra medesime categorie economiche, sempre a parità di condizioni e nella stessa provincia. In particolare, Confocommercio evidenzia come le categorie Alberghi, Ristoranti, supermercati, negozi di abbigliamento, calzature, ferramenta , agenzie e studi professionali, autosaloni, siano quelli più sofferenti. La provincia di Agrigento, per quanto riguarda la tassazione del settore artigianato, in tutte le sue diversificazioni, risulta al primo posto in Sicilia, mentre paradossalmente le banche e gli istituti di credito hanno un trattamento agevolato rispetto alle altre provincie siciliane. Le aliquote maggiori per metro quadro sono quelle a carico di negozi di ortofrutta, pescherie, piante e fiori con 26 euro al mq. Seguono ristoranti, pizzerie e pub con 20 euro al mq. E poi supermercati e bar. Troppo divario con altre attività e per la Confocommercio è urgente una profonda revisione dell’intero sistema di calcolo della tassa rifiuti, capace di superare la logica dei coefficienti presuntivi di produzione con un sistema che rispetti il principio europeo “chi inquina paga”, che tenga conto di specifiche esenzioni o agevolazioni per le attività stagionali. Soprattutto l'organizzazione di categoria chiede che venga confermato il principio secondo il quale il tributo non è dovuto, né in parte fissa né in parte variabile, per i rifiuti assimilati che il produttore dimostri di aver avviato a recupero. In pratica un incentivo concreto, in termini di riduzione del costo del servizio, per chi differenzia e lo fa correttamente.