Il principio dovrebbe essere questo, ma la questione rischia di esplodere all'interno dell'assemblea dell'ATI e di riproporre la contrapposizione tra i cosiddetti sindaci dissidenti e quelli che a suo tempo, rispettando la legge, consegnarono gli impianti al gestore privato. I nodi vengono sempre al pettine e la circostanza è quella che vede l'Assemblea Territoriale Idrica alle prese con l'obbligo di determinare le nuove tariffe idriche. L'orientamento sarebbe quello di diminuire leggermente, pare del 2,4%, gli importi elevati che attualmente sostengono i 27 comuni che dipendono da Girgenti Acque, per aumentare sempre leggermente le tariffe, più che vantaggiose, in vigore nei comuni che non hanno a che fare con il gestore privato. In alcuni di questi si parla di una cifra che non supera i 100 euro. Un altro aspetto di quella che da anni viene definita “una anomalia tutta agrigentina”. Mettere mano a tutto ciò non sarà facile per l’ATI . Non a caso l'argomento ha già determinato un acceso dibattito nel corso dell'assemblea che si è svolta ieri e che, oltre alla vicenda tariffe idriche, ha toccato anche la questione del personale e dei relativi costi.
La riunione è stata aggiornata al 12 maggio prossimo e allargata alla partecipazione di comitati e associazioni. Apertura al dialogo che viene oggi valutata positivamente dal Comitato Intercomunale per l'acqua pubblica che, non solo ha annunciato la partecipazione alla riunione, ma ha già chiesto all'Ati di conoscere in anticipo lo studio e i relativi dati che si stanno elaborando per determinare le tariffe. Pare che l'assemblea territoriale idrica abbia chiesto il supporto, in tal senso, di un consulente esterno.
Intanto, giusto per rimanere in tema, il parlamentare e sindaco di Bivona Giovanni Panepinto ha chiesto che sia la giunta regionale, sulla base dell'articolo 11 della legge del 2015, a prevedere il modello tariffario per il consumo idrico da parte dei cittadini e per la fornitura di Sicilia Acque ai vari ambiti territoriali.