già in vacanza. Troppo stanchi. Mai nella storia dell'ARS erano state approvate così poche leggi nei primi sette mesi di un governo. Musumeci è fermo soltanto a quota 7, tra cui alcune obbligatorie come il bilancio e il collegato. 7 leggi: tra queste l'importantissima rettifica dei confini tra i comuni di Grammichele e Mineo, e la variazione di denominazione per i comuni termali, norma tra l'altro poi bollata come incostituzionale. Non proprio cose di primaria importanza, insomma.
Senza scavare troppo in là con la storia, è negativo il confronto con le precedenti amministrazioni regionali: nel 2013, nei primi sette mesi di governo Rosario Crocetta, le leggi erano state 9, nel 2008 con Lombardo erano state addirittura 17. Per Musumeci soltanto 50 le sedute per 43 convocazioni d'aula: alcune di queste sedute, però, sono durate pochissimo, solo una manciata di minuti con pause intermedie di ore. Critiche, in tal senso, sono state mosse anche al Presidente dell'ARS Gianfranco Miccichè che getta, però, acqua sul fuoco e che punta il dito sulla mancanza di una solida maggioranza numerica. Tra le norme del governo Musumeci, ovviamente, la finanziaria, impugnata quasi per intero dal governo nazionale, cosa che ha costretto il governatore a ricorrere in maniera massiccia al Collegato, in cui sono stati inseriti molteplici emendamenti aggiuntivi tralasciati in fase di bilancio. Insomma, dati alla mano, sia quantitativamente sia qualitativamente il governo Musumeci non sembra avere lavorato granché. Il governatore, come più volte ha affermato lui stesso, non ha la maggioranza e questo rallenta di molto il lavoro d'aula e non permette di portare avanti quelle riforme che aveva promesso in campagna elettorale.
Non è esclusa, dopo l'estate, una rimodulazione della Giunta regionale, soprattutto se il Presidente dovesse riuscire a strappare qualche alleanza con altri gruppi parlamentari che ad oggi stanno all'opposizione. Nell'attesa, si procede a passo di lumaca. Tutti in ferie e rimandati a settembre.