Il Tribunale di Sciacca ha confermato lo stop al pignoramento di 89 mila euro, soldi che un professionista vanterebbe per l'attività svolta quando l'azienda era già sotto amministrazione giudiziaria, una cifra che avrebbe potuto mettere in difficoltà l'impresa, che vive un momento particolare, di reinserimento sul mercato e di riavvio dell'attività.
I problemi per l'azienda, però, non sono finiti perché vi sono debiti per circa 300 mila euro vantati da alcuni lavoratori o per il Tfr di altri che non sono più in servizio. Inoltre, diversi professionisti hanno maturato altri debiti riguardanti il passato e sono pronti a battere cassa, anche attraverso azioni giudiziarie.
La Calcestruzzi Belice ha come oggetto della propria attività la produzione di calcestruzzo preconfezionato, malte in tutte le loro forme, produce anche inerti, ghiaie, sabbie e pietrischetti. Come si ricorderà, è stata prima sequestrata e poi confiscata ed è passata sotto la competenza dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati. La gestione della struttura fu, poi, assegnata pochi mesi fa ai lavoratori e da settembre dello scorso anno, ricevuta l’autorizzazione della Questura di Agrigento, è ripresa l’attività di estrazione con l’utilizzo dell’esplosivo.