bocciando la legge che era stata approvata nell'agosto del 2015 dall'Assemblea Regionale Siciliana. Nessuna sorpresa. In fondo dubbi e perplessità erano stati manifestati sin dall'approvazione della legge e la stessa Regione non aveva ritenuto di costituirsi in giudizio di fronte all'impugnativa da parte dello Stato. La Corte Costituzionale ha sancito che la Sicilia deve adeguarsi alle norme nazionali in materia di acqua che ne prevedono una gestione privata. Non solo, le tariffe vengono stabilite dall'Agenzia Nazionale e non dalla giunta regionale come prevedeva la legge, così come viene riportata a 30 anni e non a 9 come previsto dall'ARS la durata delle concessioni ai privati. Altro che ripubblicizzazione dell'acqua. E se per i comuni che a suo tempo, attenendosi alla legge, consegnarono gli impianti al privato in fondo cambia poco ( svanisce solamente il sogno di tornare ad una gestione pubblica e a tariffe più accettabili) la sentenza della Corte Costituzionale rappresenta una vera e propria mazzata per i comuni dissidenti, quelli che ingaggiando una vera e propria battaglia si sono rifiutati di passare alla gestione privata e che erano stati legittimati, in questa loro azione, proprio dalla legge approvata nell'agosto del 2015 in Sicilia. In provincia di Agrigento a gestire direttamente le risorse idriche sono 16 comuni, ripetutamente diffidati in passato sia dalla Regione, sia da Girgenti Acque. Adesso è chiaro che il gestore privato tornerà alla carica, forte della sentenza della Corte Costituzionale. Il sindaco di Menfi Enzo Lotà dichiara già oggi che la battaglia continua. Insomma non intende assolutamente consegnare il suo comune alla gestione privata dell'acqua. Gli fa eco il sindaco di Bivona, altro comune che non ha consegnato le reti a Girgenti Acque. La partita non è chiusa, dichiara Giovanni Panepinto, parlamentare regionale del Pd che ne fa anche una questione politica. Credo che questa vicenda, ha dichiarato metta in discussione anche i rapporti tra il Partito Democratico, il governo regionale che non si è costituito in giudizio e il governo nazionale che ha impugnato la legge. A commentare la sentenza della Corte Costituzionale è anche Mario Turturici che, da sindaco della città di Sciacca, consegnò le reti idriche a Girgenti Acque. La bocciatura è la prova dell'estrema superficialità con il cui il tema dell'acqua è stato trattato in questi anni, dichiara il consigliere comunale per il quale la legge approvata due anni fa dal parlamento è servita soltanto a buttare fumo negli occhi.