quello in corso al comune di Sciacca all'interno della Giunta guidata da Francesca Valenti. Dopo le dimissioni di ieri presentate prima di pranzo da Gioacchino Settecasi, oggi a lasciare la propria poltrona sono stati prima Giuseppe Neri, poi Annalisa Alongi.
Nella sua lettera di dimissioni Neri non nasconde la propria delusione nei confronti di ciò che definisce “un modo di fare politica che non condivido e che mi preoccupa, dal momento che l’azione amministrativa passa in secondo piano rispetto alle beghe ed alle alchimie contorte di chi ha sostenuto e sosterrà la tua Giunta, che spero ricostituirai in tempi brevi”.
Ancora, l'ormai ex assessore dice di avere perduto l'entusiasmo che lo aveva portato ad accettare l'incarico in seguito alle molteplici vicende che – osserva - hanno visto spesso la Giunta sola di fronte ad una città che chiedeva di continuo qualcosa che a volte non poteva dare, per colpa degli strumenti inerti di cui disponeva.
Poi Neri ricorda di essere entrato in giunta a seguito della morte dell'ingegnere Buscarnera, e di essere stato spinto dal sentimento di rispetto e reciproca stima con quel professionista. Quasi rinfaccia, infine, Giuseppe Neri, di avere dovuto rinunciare, per il suo nuovo ruolo di assessore, ad una serie di incarichi professionali in alcuni comuni vicini dove svolgeva roli apicali incompatibili con la nuova funzione di amministratore. Una sorta di sacerdozio, così Neri definisce il suo impegno all'interno dell'amministrazione, che lo ha costretto a trascurare tutto ciò che non riguardasse la vita amministrativa.
In conclusione: tre assessori su cinque hanno accolto l'invito di Francesca Valenti a dimettersi. Non lo faranno Filippo Bellanca e Paolo Mandracchia, rispettivamente vicesindaco e assessore all'ambiente. Dovrà essere il sindaco, evidentemente, a provvedere alla revoca delle loro deleghe. E questo sul piano simbolico sarà uno strappo indicativo di una condizione di strappo che va ben oltre l'amarezza personale indicata nero su bianco nelle lettere da Settecasi e Neri. Come dire che il non fare una cosa diventa più significativo che averla fatta. Manca poco, ormai, dunque, alla conclusione del primo governo Valenti. È difficile capire quali possano essere le prospettive. Abbiamo già detto che non sembra immaginabile una sostituzione tra esponenti di partito, ma tutto può succedere. Pare che il sindaco abbia già avuto delle interlocuzioni personali nel tentativo di coinvolgere soggetti, del mondo delle professioni, in un impegno in favore della collettività. Il Partito Democratico, con Michele Catanzaro, ha già fatto sapere di volere continua a sostenere il sindaco. Sarebbe stato strano il contrario, visto che è da quegli ambienti che è nata la sua candidatura a sindaco. Sta di fatto che dopo l'esperienza di Vito Bono il centrosinistra ancora una volta ha palesato grosse difficoltà nel mantenere gli equilibri che una coalizione è chiamata a mantenere. Adesso l'auspicio può essere soltanto quello che si faccia presto nel completare la verifica e la nomina della nuova giunta, perché la città ha urgente bisogno di un assetto politico chiaro e definito. Poi si aprirà la fase del dibattito politico, ma quello appartiene alla normalissima dialettica.