rispettivamente quella del vicesindaco Filippo Bellanca e del responsabile all'Ambiente Paolo Mandracchia. Francesca Valenti ha firmato intorno alle 13 la determina che, nel concreto, fa il paio con le dimissioni tra ieri e l'altro ieri presentate da Gioacchino Settecasi, Giuseppe Neri e Annalisa Alongi. Stando a quanto si apprende le motivazioni ufficiali scaturiscono da un problema di opportunità politica, e non dal venir meno del rapporto di fiducia. Sta di fatto che la Valenti conferma anche di intendere rivedere i rapporti politici coi gruppi di maggioranza.
Giunta dunque azzerata, nel solco di quanto più volte paventato dagli osservatori e confermato dalla diretta interessata, anche se non del tutto in linea con i tempi europei che si pensava ci si fosse dati. Si chiude così dopo quindici mesi la prima fase di un'amministrazione che sin da subito ha dovuto fronteggiare le solite questioni, ovvero quelle riguadanti perfino le stesse nomine tra il primo e il secondo turno di elezioni, momento nel quale come si ricorderà la stessa nomina di Filippo Bellanca fu messa in frigorifero per poi essere scongelata dopo il primo turno. Una coalizione di centrosinistra che dunque conferma fatica nel rimanere unita, quando si trova ad amministrare, come dimostra la stessa storia recente.
Francesca Valenti oggi preferisce non fare alcun commento, rimandando alle prossime 24 ore ciò che riconosce come importante comunicazione da fare alla città. E mentre l'opposizione affila le armi (il centrodestra convocherà nelle prossime ore una conferenza stampa), la prima cittadina conferma che i tempi per il varo della giunta Valenti bis saranno molto celeri. Già entro lunedì prossimo potrebbero essere nominati i nuovi assessori. E qui si gioca la partita più importante. La coalizione di centrosinistra che ha vinto le elezioni è tuttora in piedi, e il sindaco non sembra orientata ad assumere decisioni che non rispecchino il mandato elettorale. Ma, come abbiamo ipotizzato nei giorni scorsi, non vuole che la montagna partorisca il topolino. Pretende infatti l'ultima parola. Come dire: non saranno nominati soggetti che non abbiano il suo gradimento personale e politico. Nelle condizioni più complicate è disponibile a valutare le famose “terne di nomi”, ma di certo non accoglierà aut-aut. Il tentativo è quello di fare una giunta a metà strada tra nomi di esponenti politici e professionisti di area, anche non saccensi. Su questo i leader politici della coalizione Catanzaro e Cusumano si sono detti d'accordo. Ma in un negoziato politico può accadere di tutto. Nessuno, infatti, può escludere che qualcuno dei nomi al momento fatti fuori dalla porta principale possa più o meno rientrare da quella di servizio. Non sembra questo, tuttavia, l'orientamento del sindaco di Sciacca. Sindaco che vorrebbe una giunta di alto livello, che vorrebbe evitare che alla fine la montagna partorisca il topolino. Ecco perché si parla di tecnici e di professionisti, oltre agli immancabili nomi della politica. Difficile, peraltro, che dal gruppo Uniti per Sciacca possa essere fatto un nome alternativo a quello di Paolo Mandracchia. La partita è appena iniziata.