forse rivedrebbe le proprie posizioni. Tra la necessità di rinnovare la giunta e quella di non fare totale ricorso ai soliti noti, Francesca Valenti continua a lavorare e a negoziare con le forze politiche che la sostengono nella speranza di chiudere la nuova amministrazione nelle prossime ore. Ricomporre il puzzle delle nomine non è semplice. Potrebbe volerci più tempo del previsto. Assodato che nessuno della precedente squadra verrà riconfermato, si parte da due nomi che al momento sembrano degli autentici punti fermi: uno è Fabio Leonte, l'altro è Carmelo Brunetto. Il primo in rappresenanza di Uniti per Sciacca, l'altro per Sciacca Democratica. Il gruppo di Cusumano ambisce ad un secondo nome per completare la squadra assessoriale. Si parla in tale direzione dell'avvocato Lillo Santangelo, fedelissimo dell'ex senatore, il primo presidente del Consiglio comunale dopo le elezioni con l'elezione diretta dei sindaci del 1993. Sembra essersi allontanata, nelle ultime ore, l'ipotesi che il Partito Democratico possa puntare su Cleo Li Calzi, la consulente della Regione che per un breve periodo fu anche assessore regionale con Crocetta. Un personaggio, Cleo Li Calzi, con un curriculum di indubbio valore ma il cui nome, al tempo stesso, è simbolicamente legato al triste destino delle Terme di Sciacca. C'è da annoverare anche lei, infatti, nella lista degli assessori regionali venuti a Sciacca a promettere una soluzione per lo sviluppo delle Terme che, tuttavia, non è mai arrivato. E mentre i nomi sui possibili assessori vedono rincorrersi professionisti vari, dagli avvocati ai dottori commercialisti, sembra essere decaduta anche la possibilità di un assessorato per Ignazio Napoli, esperto in politiche negoziate. C'è da risolvere il nodo cruciale riguardante la rappresentanza di Sicilia Futura. Si attendono indicazioni per il dopo Giuseppe Neri. Ma qui c'è anche la questione riguardante gli equilibri interni tra le componenti degli ex parlamentari Cimino e Cascio. In attesa di questo snodo Francesca Valenti potrebbe volere nominare anche un assessore di sua fiducia. Anche se il punto politicamente più insidioso di questo azzeramento è sicuramente quello riguardante la destituzione di Filippo Bellanca. C'è chi, come oggi Calogero Bono, definisce questa destituzione il “delitto perfetto”, con chiaro riferimento al post-rottura politica tra Bellanca e Nuccio Cusumano. Bellanca nei mesi scorsi si è dimesso da consigliere comunale, permettendo così a Gianluca Guardino di entrare a sala Falcone Borsellino. Tutti sanno che non lo avrebbe fatto, ma se lo ha fatto è stato sulla base di precise garanzie di agibilità politica, forse ricevute anche dalla stessa Francesca Valenti che, tuttavia, non sono state confermate, visto che adesso l'ex vicesindaco, votato da 500 elettori, resta fuori dall'agone politico. Bellanca al momento rimane alla finestra ad assistere agli eventi, ma c'è da scommettere che subito dopo la nomina dei nuovi assessori romperà il silenzio e si toglierà un po' di sassolini dalla scarpa.