Francesca Valenti si è riservata dunque il colpo di scena finale. Era l'unico possibile in un ambito nel quale i giochi erano fatti e già da ventiquattro ore i nuovi assessori erano a disposizione. Mondino, outsider di questa giunta, docente di lettere e debuttante in politica, che ha avuto anche Pubblica Istruzione e Solidarietà Sociale, A Brunetto sono andate le deleghe di Rifiuti, Agricoltura e Pesca, Leonte ha avuto i Tributi (ma non il Bilancio, che la Valenti ha voluto mantenere per sé), Personale, Urbanistica e Polizia Municipale. A Calogero Segreto sono andati Lavori Pubblici e Patrimonio, mentre Turismo Sport e Spettacolo sono finiti a Mario Tulone.
Da oggi sono al lavoro dunque i nuovi assessori dell'amministrazione Valenti bis. La prima con sindaco e vice sindaco donne. Se a queste aggiungiamo la segretaria generale Alessandra Melania La Spina è possibile dire che il potere è rosa.
Curiosità a parte, Francesca Valenti è chiamata a ribaltare una condizione, quella attuale, di profonda insoddisfazione da parte di una città che, inutile negarlo, si aspettava molto di più da un'amministrazione che, sull'altare dell'adagio “Mai più cinque anni così” avrebbe dovuto scrivere pagine diverse. Non c'è riuscita, e a pagare il conto sono stati gli assessori del primo mandato. Le metafore si sono sprecate: è mancato il gioco di squadra, ma è l'allenatore che è in difetto. Come se l'allenatore, in questo caso il sindaco, potesse esonerare se stesso.
Adesso la questione è rivolta ad alcune importanti domande senza risposta. La prima: c'è o non c'è, all'interno di Uniti per Sciacca, un caso dopo l'estromissione di Paolo Mandracchia e l'accoglienza di Fabio Leonte? La seconda: c'è, in Uniti per Sciacca, un caso Cinzia Deliberto, che scaturirebbe dall'insoddisfazione di quest'ultima che si aspettava di potere essere valorizzata? La terza: Gioacchino Settecasi è fuori dai giochi politici? Quanto se l'è presa con lo storico amico Michele Catanzaro per essere stato di fatto bocciato anche lui? La quarta domanda può comprendere il futuro di Annalisa Alongi e Giuseppe Neri. Entrambi delusi dall'esito di questa verifica, sembrano orientati a tornare alle loro professioni. Il più deluso di tutti in questa vicenda è sicuramente Filippo Bellanca. A chi si domandava come mai non si dimettesse, indugiando a tenersi la carica malgrado tutti sapessero quale sarebbe stata la fine di questa vicenda, l'ex vicesindaco rispondeva: “Io mi sono già dimesso, tre mesi fa da consigliere comunale. Di nuovo devo dimettermi”?
Un modo per dire che i passi che doveva compiere li aveva compiuti. Non lo avrebbe fatto se avesse capito che avrebbe rischiato di rimanere fuori dai giochi. Può dire di avere fatto bene a rimanere con le due cariche l'ex assessore Paolo Mandracchia. E mentre la nuova amministrazione inizia a lavorare è già immaginabile che a breve il consiglio comunale si riunirà per il dibattito politico. Dibattito politico che, comunque, è già iniziato sui social, sui media e sulle piazze.