a 10 giorni dall'azzeramento della giunta Valenti. Quell'azzeramento che ha visto anche l'ex Assessore al Turismo defenestrato dal suo ruolo. Bellanca ha rivelato che se avesse potuto avrebbe optato per lo scranno di consigliere comunale. Motivo per cui, prima di dimettersi da sala Falcone e Borsellino, si era dimesso da assessore. Tuttavia, Francesca Valenti aveva respinto quelle dimissioni. "Avevo ricevuto garanzie dal mio ex gruppo politico (Sciacca Democratica) e, naturalmente, dal leader Nuccio Cusumano nonché dallo stesso sindaco Francesca Valenti". Un modo, quello di Bellanca, per dire che non si sarebbe certamente dimesso al culmine di quelle che ha definito "sollecitazioni", sostantivo da lui preferito a "pressioni". Oggi Filippo Bellanca, prova molta amarezza. "Non bisogna per forza avere un ruolo pubblico per fare politica", ha detto. Per Bellanca la sua estromissione è stata dettata da un progetto politico, posto che l'azzeramento è venuto esattamente dopo 3 mesi dalle sue dimissioni dal consiglio comunale. "Quella del sindaco di Menfi è stata una lezione", ha poi aggiunto Filippo Bellanca riferendosi all'impegno di Marilena Mauceri a non revocare le deleghe agli assessori per tutta la durata del mandato. "È chiaro che Francesca Valenti si era impegnata a non revocare le deleghe per tutti 5 anni" ha concluso Bellanca. Amarezza per il rapporto compromesso con Nuccio Cusumano è stata poi espressa dell'ex vice sindaco. Diverbi all'interno del gruppo di Sciacca Democratico che erano iniziati già al tempo della stessa composizione delle liste. Ad un certo punto si è reciso il cordone ombelicale, come era naturale. A proposito delle presunte incomprensioni con Paolo Mandracchia, Filippo Bellanca le ha smentite con una battuta: "Avevamo talmente tante cose da fare che non avremmo mai avuto il tempo di litigare".