quando la mafia, a Lucca Sicula, uccise Paolo Bongiorno, segretario locale della CGIL, una vita spesa in favore degli ultimi e degli agricoltori. La sua attività politica e sindacale fu fermata tragicamente alla vigilia delle elezioni, che avrebbe sicuramente stravinto tra le fila del Partito Comunista. Nonostante le diverse minacce ricevute, aveva deciso di andare avanti, per portare fin dentro le istituzioni le sue idee rivoluzionarie e le sue battaglie per la terra e per il giusto salario ai contadini. Originario di Cattolica Eraclea, fu assassinato mentre tornava a casa, per spirare tra le braccia della moglie, incinta. Nella tasca dei pantaloni, fu trovata una lettera da lui firmata, intestata alla CGIL, con cui stava riunendo i lavoratori per lo sciopero generale. L'ennesima, ultima, battaglia per i diritti.
Giovedì 27 settembre alle ore 17:30 la commemorazione a 58 anni dal suo assassinio ad opera di Libera e della CGIL, con corteo fino al luogo dell'omicidio e poi al cimitero dov'è sepolto. A 58 anni dalla sua barbara uccisione, Lucca Sicula e la CGIL di Agrigento ricordano Paolo Bongiorno, sindacalista della locale Camera del Lavoro, ucciso dalla mafia per le sue lotte in favore dei contadini. “Vogliamo ricordare la figura di questo sindacalista onesto, fermato alla vigilia delle elezioni che avrebbe stravinto, per guardare al futuro lottando con la stessa convinzione dei nostri predecessori” commenta ai nostri microfoni il segretario provinciale Massimo Raso.